lunedì 8 novembre 2021

Hungry Hearts (2014) di Saverio Costanzo

Nella New York contemporanea l'italiana Mina e l'americano Jude si conoscono per caso nel bagno di un ristorante cinese ed è subito amore a prima vista. I due si amano con passione, si sposano e danno alla luce un figlio. Mina, dopo aver parlato con una presunta veggente, si convince che il bambino è un essere speciale, che va protetto e preservato dalla sporcizia del mondo e intraprende un percorso apprensivo che la spinge a tenerlo chiuso in casa, a rivolgersi alla medicina "alternativa" e a nutrirlo solo con cibo "naturale", da lei coltivato sul terrazzo dell'appartamento. Jude non è d'accordo e si rivolge di nascosto ad un medico. Ben presto il bambino diventa il territorio di scontro di quello che una volta era il loro amore. Fosco dramma familiare, scritto e diretto dal romano Saverio Costanzo, tratto dal romanzo "Il bambino indaco" di Marco Franzoso. E' un film inquietante sul malessere esistenziale, sulle dinamiche involutive dei rapporti di coppia dopo la nascita dei figli, sulle difficoltà di essere genitore nella società moderna e sul senso distorto di amore e di protezione che diventano ossessione, morbosità, malattia, sotto la spinta inconscia dell'egoismo e della solitudine interiore, il vero male oscuro dei nostri tempi. Utilizzando i modi del thriller psicologico, con qualche sfumatura horror nella parte finale, l'opera riflette intimamente sul concetto di genitorialità, che spesso nella nostra società del capitalismo e del "benessere" fa rima con possesso, ovvero con un concetto distorto, egocentrico e patologico di amore materno (o paterno). Il figlio diventa quindi l'estensione inconscia delle proprie ansie, delle proprie insicurezze e dei propri fallimenti, assumendo così un ruolo distruttivo e perturbante. Questo tipo di amore malato (purtroppo oggi sempre più diffuso) viene espresso egregiamente dal titolo ("cuori affamati") e declinato dall'autore come un autentico atto di "cannibalismo" che fagocita ogni cosa: la relazione con il partner, il rapporto con il figlio e l'integrità psico-fisica di tutti gli attori coinvolti nel processo. In altre parole, questo oscuro meccanismo provoca l'implosione (o l'esplosione) del nucleo familiare, perchè l'io si antepone al "noi". Nonostante l'ottimo lavoro di scrittura e le grandi performance degli interpreti principali (Adam Driver e Alba Rohrwacher), il film soffre un po' di eccessi effettistici nel segmento finale. Ma sono peccati veniali per una pellicola di notevole carica drammatica, più che mai attuale e complessivamente ben equilibrata per almeno tre quarti della sua durata. Doppia Coppa Volpi al Festival di Venezia 2014 per i due magnifici attori protagonisti: Driver e la Rohrwacher.

Voto:
voto: 3,5/5

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