mercoledì 24 novembre 2021

Codice omicidio 187 (One Eight Seven, 1997) di Kevin Reynolds

Ispirato alla storia vera di Trevor Garfield: un professore di scienze che insegna in una scuola di Brooklyn, frequentata da ragazzi violenti e problematici, che viene ferito con un coltello da uno di questi. Dopo alcuni mesi di fermo Garfield non si arrende, si trasferisce a Los Angeles e viene mandato in un nuovo istituto, dover però trova i medesimi problemi, in misura ancora peggiore: degrado ambientale, ideologie deliranti, brutalità estrema, mancanza di valori e di cultura. I suoi nuovi allievi sono quasi tutti figli della strada e membri di una gang, pericolosi delinquenti in erba apparentemente senza speranza di salvezza. Tra dramma sociale e thriller ambientale, Kevin Reynolds realizza un tetro film di denuncia sulla violenza insita in molti strati delle nuove generazioni americane, cresciuti senza ideali nè valori, spesso provenienti da ghetti infernali, da famiglie assenti, reietti arrabbiati lasciati al loro destino da istituzioni che preferiscono girarsi dall'altra parte. E' ovviamente un problema reale, enorme, serio e complesso, che parte da lontano, ha radici profonde, che non riguarda soltanto gli USA e che non può di certo essere analizzato in profondità da un singolo film. Ma quest'opera veemente di Reynolds fotografa con lucidità certe situazioni e le relative dinamiche, mostrando chiaramente come quasi sempre tocchi a pochi valorosi "paladini", direttamente impegnati in prima linea, cercare di "risolvere" i problemi (rischiando anche la propria incolumità), senza avere il supporto istituzionale e politico necessario per rendere la loro azione sicura ed efficace. In tal senso la pellicola lancia accuse precise, concrete e plausibili, senza disperdersi nel facile qualunquismo. Peccato però che tutta la parte finale diventi un crescendo esasperato di retorica del male, troppo rigida e spettacolarizzata (anche se per fini "nobili"), rendendo il film un turgido thriller criminale di greve effettismo. Un approccio più ambiguo e sottile avrebbe giovato notevolmente. Bravissimo e credibile Samuel L. Jackson nei panni del prof. Garfield, è lui il punto saldo dell'opera e l'ago della bilancia di tutta la narrazione.
 
Voto:
voto: 3/5

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