Il duro Jack Crow e la sua banda di mercenari sono cacciatori di vampiri che agiscono nelle lande desolate del Nuovo Messico per conto del Vaticano. Il loro compito è individuare i non morti durante il giorno, mentre si nascondono dormienti in antri oscuri per proteggersi dalla luce solare, e ucciderli quando sono più deboli, o con il paletto di legno conficcato nel cuore o costringendoli ad esporsi alla luce. Ma Crow troverà un nemico difficile da combattere nel satanico Valek, un prete eretico del 1300 messo al rogo in Europa e poi risorto come vampiro. Valek e i suoi adepti sembrano inafferrabili, oltre che potenti, e per stanarlo Crow utilizza la giovane Katrina, una ragazza che è stata morsa dal signore dei vampiri e che si sta lentamente trasformando, e possiede un contatto telepatico con la creatura della notte. Strana ma gradevole commistione di horror, western, avventura, gongfu e azione firmata dal maestro John Carpenter, che ha liberamente adattato per il grande schermo il romanzo "Vampire$" di John Steakley. E' un film di genere, dinamico e teso, non particolarmente originale e senza troppe pretese, ma garantisce un efficace intrattenimento per gli appassionati del settore. I personaggi sono rudi, decisi, spietati e monodimensionali, assecondando i consolidati stereotipi di questo tipo di pellicole, e dando al pubblico esattamente quello che si aspetta, tra dialoghi secchi, violenza efferata e ritmo scattante. Non si va troppo per il sottile, non si fanno prigionieri ed eventuali sentimenti che emergono si tengono a freno, alimentando la mitologia popolare del vero duro d'azione. Efficaci e giusti gli interpreti, con James Woods, Daniel Baldwin, Sheryl Lee, Maximilian Schell e Thomas Ian Griffith nei panni di Valek, carismatico e spaventoso, un misto tra una rockstar e un Nosferatu moderno. Interessanti le ambientazioni desertiche da vecchia frontiera western, contaminate dalla suggestione gotica dei vampiri. La pellicola ebbe un buon successo al botteghino (l'ultimo grande riscontro commerciale di Carpenter), dando così vita a due sequel assai peggiori in cui però il famoso regista non mise becco, limitandosi alla coproduzione. Nella sua essenza rigida e truce ha molti limiti e non è di certo tra le opere da ricordare di John Carpenter, ma la sua mano sapiente, a tratti, si nota e si apprezza. A cominciare dal tono ideologico faziosamente cattolico ma anche estremamente critico verso il clero.
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