In un lontano futuro lo scioglimento dei ghiacciai ha reso la Terra interamente ricoperta dalle acque marine, facendo scomparire nazioni e continenti. In questo mondo-oceano una piccola comunità di persone vive su un atollo artificiale realizzato con tubi di acciaio. Tra questi vi sono la bella Helen e la piccola Enola, una bambina con un misterioso tatuaggio sulla schiena. I selvaggi Smokers, truci pirati guidati dal perfido Deacon, assaltano l'isola per rapire Enola, convinti che il suo tatuaggio sia una mappa che consente di localizzare la leggendaria Dryland, l'ultima terra emersa rimasta. Ma dovranno vedersela con Mariner, un eroe solitario che vaga per i mari con il suo trimarano e che una strana mutazione ha reso un essere anfibio, di aspetto umano ma con branchie e piedi palmati. Spettacolare kolossal di Kevin Reynolds che mescola fantascienza post apocalittica con avventure marinaresche, girato con un budget altissimo all'insegna di effetti speciali imponenti e di sequenze d'azione roboanti. Alla sua uscita fu etichettato come il film più costoso della storia del cinema fino a quel momento (175 milioni di dollari) e fece molto parlare di sè per il conseguente flop commerciale al botteghino. In realtà la pellicola fu economicamente deludente solo negli Stati Uniti, ma ottenne dei buoni riscontri complessivi al box office mondiale e concluse nettamente in attivo la sua corsa, considerando anche i proventi del mercato home video. Forte della presenza di un divo molto in voga in quel periodo come Kevin Costner (alla sua terza collaborazione con Kevin Reynolds), accompagnato nel cast da Dennis Hopper, Jeanne Tripplehorn e Michael Jeter, il film risulta in fin dei conti deludente perchè troppo derivativo (è in pratica un Mad Max acquatico), troppo fracassone e narrativamente fiacco, a causa di una sceneggiatura anemica. La bellezza degli scenari e le fenomenali ambientazioni non bastano a riscattarne i difetti. Costner è rigido e mono-espressivo, ben più "simpatico" Hopper che si diverte a gigioneggiare da par suo nei panni del cattivo antagonista. Invadenti e chiassose le musiche di James Newton Howard, che cercano invano di raggiungere un afflato epico che il film non possiede. Una nomination agli Oscar 1996 per il miglior sonoro.
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