lunedì 8 novembre 2021

Evita (1996) di Alan Parker

Storia romanzata, e musicata, di Evita Peròn. Nata come María Eva Duarte nel 1919 in un piccolo villaggio di campagna, sbarca a Buenos Aires alla fine degli anni '30, economicamente povera ma affamata di gloria e di successo. Fa la ballerina, poi la cantante, passa da una relazione amorosa all'altra, conosce e si accompagna a persone famose e riesce a conquistare il cuore del generale Juan Domingo Perón, che diventa Presidente dell'Argentina nel 1946. I due si sposano e la giovane Evita (così viene chiamata affettuosamente dal popolo) diventa un'icona di positività, di passione e di impegno civile. Viaggia per il mondo esportando un'immagine nuova e solare del suo paese, piace a tutti, è adorata dal popolo, contribuisce a creare il mito del "peronismo", movimento politico e ideologico di origine popolare, pervaso da ottimismo, voglia di emancipazione e ambizione economica, i cui primi adepti, fedelissimi di Evita prima che del Presidente Perón, vengono chiamati, affettuosamente, "descamisados" (letteralmente, scamiciati). Colpita da grave e improvvisa malattia, Evita muore a soli 33 anni e lascia un'intera nazione nello sconforto totale e nel lutto più disperato. Questo musical di Alan Parker, da lui scritto insieme a Oliver Stone, è un dramma biografico liberamente ispirato al musical teatrale omonimo di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice. E' un racconto in musica quasi privo di dialoghi ma interamente cantato, che cerca di replicare anche sul grande schermo il medesimo successo dell'originale di Broadway. Più che un film brutto è un film sbagliato, notevolmente ruffiano nella sua confezione sentimentale ammiccante, hollywoodiano nella peggiore accezione del termine, politicamente ignavo (con patetici tentativi di tirare un colpo al cerchio e uno alla botte), storicamente reticente in favore di una messa in scena spettacolare all'acqua di rose e molto discutibile anche nella scelta della protagonista, la pop-star Madonna, la cui scelta fece andare su tutte le furie gli argentini nostalgici di Lady Peròn, ritenendo l'attrice "troppo americana", troppo controversa, troppo famosa e troppo chiacchierata per i suoi trascorsi trasgressivi. Madonna ci mette tutto l'impegno possibile, dimostra di aver studiato a lungo il personaggio e, ovviamente, canta benissimo. Ma il risultato non è credibile e spesso emerge un effetto a metà tra il ridicolo e lo straniante. Sono invece molto bravi gli altri attori (Antonio Banderas, Jonathan Pryce, Jimmy Nail, Olga Merediz), dimostrando anche una buona dimestichezza canora. Teatralmente romantico e pervaso di enfasi passionale-malinconica (alla maniera di un tango), si avvale di una brillante ricostruzione ambientale e di una sontuosa colonna sonora, in cui spicca la celeberrima "Don't Cry for Me, Argentina", interpretata con il giusto tormento sentimentale da Madonna. Vinse un Oscar per la miglior canzone: "You Must Love Me" di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice. Madonna ha sempre dichiarato di amare moltissimo questo film, di reputarlo il migliore a cui abbia partecipato e di ritenere quella di Evita la sua più riuscita performance come attrice. Contenta lei, contenti tutti. O quasi.
 
Voto:
voto: 2,5/5

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