venerdì 12 novembre 2021

Lo sguardo di Satana - Carrie (Carrie, 2013) di Kimberly Peirce

Carrie White è un'adolescente di una piccola città del Maine, un po' goffa, timida e non particolarmente integrata, bullizzata dalle compagne di classe perchè "diversa". Carrie ha due segreti: il difficile rapporto con la madre Margaret, fanatica religiosa e mentalmente disturbata, che la ossessiona con le sue ansie bigotte ed è all'origine del senso di inadeguatezza della ragazza, e i poteri di telecinesi di cui è dotata fin dalla nascita ma dei quali non ha ancora piena consapevolezza e controllo. Nel giorno delle sue prime mestruazioni, che avvengono negli spogliatoi della scuola, Carrie è fatta oggetto di scherno dalle perfide compagne, che condividono un video su internet per deriderla pubblicamente. Ma la vendetta di Carrie non si farà attendere e sarà terribile. Inutile ed innocuo remake di Carrie - Lo sguardo di Satana (Carrie, 1976) di Brian De Palma, opera di culto di tutti gli appassionati di horror, divenuta memorabile grazie all'ottima regia, all'interpretazione stupefacente di Sissy Spacek ed alla splendida colonna sonora del nostro Pino Donaggio. E' il terzo adattamento su pellicola dell'omonimo romanzo ispiratore di Stephen King del 1974 (dopo quello di De Palma ce n'è stato un altro per la televisione di David Carson) ed è arduo capirne il senso, a parte un discorso puramente commerciale o la volontà di attualizzare la tematica del bullismo contro i "diversi" ai nuovi potenti mezzi tecnologici odierni, che ne hanno (purtroppo) amplificato la portata ed aggravato l'impatto morale sulle vittime. Al di là dell'ambientazione contemporanea e del conseguente aggiornamento di look, la storia è la stessa, con qualche sequenza splatter in più, una maggiore esasperazione dell'integralismo cristiano della madre di Carrie (spinto fino all'autentica follia patologica) e degli effetti speciali più spettacolari. Le cose più riuscite, che giustificano la visione del film, sono la scioccante scena d'apertura del parto casalingo e tutti i momenti che raccontano il rapporto tra la madre e la figlia. Molto si deve alla bravura di Julianne Moore che è perfetta, inquietante e follemente fragile nel rappresentare il personaggio di Margaret White. E' sicuramente lei l'anima (e il lato oscuro) del film. Chloë Grace Moretz, che interpreta Carrie ed è ormai diventata una vera habitué dei ruoli horror, fa del suo meglio, ma sparisce ad un eventuale confronto con la Spacek del 1976 ed è troppo carina per essere davvero credibile.
 
Voto:
voto: 2,5/5

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