Buffalo, 1887. La giovane Edith, aspirante scrittrice dell'alta società newyorkese, anticonformista e incline a credere al paranormale, evita accuratamente gli spasimanti "per bene" graditi a suo padre e si lascia sedurre dal bel tenebroso Thomas Sharpe, nobile inglese sbarcato in America per trovare i fondi necessari a salvare dallo sfacelo la magione di famiglia, Crimson Peak, una grande casa lugubre che cade a pezzi. Dopo averlo sposato Edith si trasferisce nel tetro maniero, dove Thomas vive con la sorella Lucille, bella e ambigua. Una crescente serie di visioni soprannaturali mette la ragazza in guardia, convincendola che qualcosa non quadra. Horror gotico del messicano Guillermo del Toro, da lui sceneggiato insieme a Matthew Robbins, e diretto con enfasi appassionata come omaggio ai suoi film di paura preferiti, con particolari citazioni a due grandi capolavori classici come Gli invasati (The haunting, 1963) di Robert Wise e Suspense (The innocents, 1961) di Jack Clayton, ovvero le migliori ghost-story mai realizzate per il grande schermo. L'intenzione del regista di realizzare (parole sue) un'opera perversa, seducente, spaventosa e raffinata, rimane purtroppo nell'affollatissimo alveo dei buoni propositi non mantenuti, perchè la pellicola è esteticamente sontuosa, curatissima nelle atmosfere e nelle ambientazioni, ma soffre di una scrittura fragile, di una narrazione lacunosa e prevedibile e di una serie di svolte "teatrali" che suonano come banalità schematiche. Praticamente una splendida cornice per un quadro mediocre, quasi a voler gettare fumo negli occhi allo spettatore. La delusione aumenta alla luce di un cast di grande valore (Mia Wasikowska, Jessica Chastain e Tom Hiddleston), della potente caratterizzazione scenografica della casa degli orrori (che è una sorta di minaccioso "organismo", in pratica un protagonista aggiunto) e delle attese sempre notevoli che si creano intorno a tutti i progetti di del Toro (un artista che spesso è più bravo a vendere sè stesso e i suoi lavori che a realizzarli nella pratica). Nella seconda parte il film vira nel melodramma fantastico, finendo per peggiorare le cose.
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