venerdì 26 novembre 2021

Manifesto (2015) di Julian Rosefeldt

Interessante e coraggioso esperimento di video arte del bavarese Julian Rosefeldt, costruito su un'idea (enunciare 13 manifesti di movimenti artistici o politici facendoli "raccontare" da 13 personaggi diversi) e su una straordinaria attrice (l'australiana Cate Blanchett, che interpreta tutti i 13 personaggi dimostrando una stupefacente abilità di trasformismo). Il progetto nasce inizialmente come un insieme di 13 cortometraggi, ciascuno dedicato ad uno specifico Manifesto, della durata di 10 minuti e 30 secondi cadauno, poi montati insieme in sequenza in una installazione video presentata per la prima volta all'Australian Centre for the Moving Image dal dicembre 2015 al marzo 2016. L'autore ha poi pensato di farne anche un lungometraggio per il cinema, mostrato in anteprima tra la curiosità generale al Sundance Festival del 2017, in una versione ridotta di 90 minuti. Tra i vari personaggi interpretati dalla Blanchett vi sono una homeless, un'operaia, una punk tatuata, una coreografa, una scienziata, una giornalista televisiva, una vedova, una professoressa e via discorrendo. Per quanto riguarda i Manifesti che ciascun personaggio declama a suo modo ricordiamo quello del Partito Comunista, il dadaismo, il futurismo, il surrealismo, la pop-art, il situazionismo, il minimalismo e persino il "Dogma 95" di Lars von Trier e Thomas Vinterberg. A metà strada tra il documentario, la provocazione, l'intellettualismo e l'equilibrismo visionario, questo film colto e strano è ben più di un mero sfoggio di virtuosismo autoreferenziale, ma un'originale riflessione sul rapporto tra arte, politica e società, per rileggere alcuni principi di movimenti più o meno famosi e interrogarsi su quanto (e se) siano ancora attuali. Per gli spettatori più preparati sarà piacevole sentire gli slogan di Apollinaire, Marx, Marinetti, Kandinsky, Breton, von Trier o Fontana declamati in situazioni diverse (e talvolta stranianti) dai personaggi della Blanchett, ma il film è tutt'altro che elitario o ermetico e risulta pienamente stimolante e comprensibile anche per coloro che ignorassero persino l'esistenza di uno o più dei movimenti in questione. E' un'opera intelligente, originale e bizzarra, consigliabile a tutti coloro che amano confrontarsi con un cinema diverso e fuori dagli schemi convenzionali.
 
Voto:
voto: 4/5

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