David Pollock, insigne studioso dell'antico Egitto e professore a Oxford, viene invitato da un misterioso uomo d'affari, Nejin Beshraavi, che gli offre una grossa somma per decifrare un vecchio geroglifico ittita. Pollock fa la conoscenza dell'amante di Beshraavi, Yasmin Azir, donna bellissima ed enigmatica che lo invita a stare all'erta perchè la sua vita è in pericolo. Intanto anche il primo ministro di uno stato orientale si interessa all'iscrizione e Pollock capisce di essere finito in un intrigo più grande di lui dal quale non sarà facile uscire incolume. Attratto da Yasmin, il professore stringe con lei una singolare alleanza ed inizia a indagare sul caso, ma, con l'infittirsi della trama, non è più tanto sicuro di potersi davvero fidare di lei. Questo ingarbugliato giallo-rosa di Stanley Donen, tratto dal romanzo "Operazione sfinge" di Gordon Cotler, riprende le atmosfere del precedente Sciarada (Charade, 1963) mescolando abilmente avventura, mistery, commedia, spy-story, azione e romanzo sentimentale, con suggestioni hitchcockiane e ammiccamenti alla saga di 007. La coppia di attori protagonisti (Gregory Peck e Sophia Loren) garantisce classe, sensualità e la giusta dose di fascino ambiguo, regalandoci dialoghi scoppiettanti ed un paio di sequenze da antologia (quella della doccia su tutte). Ma il film risulta più convincente dal punto di vista della vivace relazione che si innesca tra Pollock e Yasmin, piuttosto che sotto l'aspetto dell'intreccio giallo-spionistico che soffre un po' di forzature tortuose e di colpi di scena autoreferenziali. Resta comunque un piacevole intrattenimento di estrema raffinatezza, con una Loren all'apice del suo sofisticato sex appeal, l'audace fotografia pop-art di Christopher Challis e la splendida colonna sonora orientaleggiante di Henry Mancini. Il cattivo interpretato da Alan Badel, con tanto di occhiali scuri e falcone ammaestrato, sembra uscito direttamente da un episodio di James Bond, nel quale non avrebbe di certo sfigurato.
La frase:
- "Segua quella macchina!"
- "Da sempre aspettavo che qualcuno me lo chiedesse!"
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