venerdì 28 luglio 2023

Johnny il bello (Johnny Handsome, 1989) di Walter Hill

Johnny Sedley, ironicamente detto "il bello" per via di una grave malformazione facciale congenita che gli deforma il volto e gli impedisce di parlare correttamente, è uno sbandato di New Orleans con un unico amico (Mike) e una tragica infanzia alle spalle fatta di abusi e violenze. Johnny fa il basista, ovvero organizza rapine preparando il piano, ma non partecipa mai direttamente all'azione. Mike, oberato dai debiti, gli chiede aiuto per un colpo in un negozio di monete rare di grande valore, ma, per colpa di due complici squilibrati (il tossico Rafe e la sua degna compagna Sunny, ex prostituta avida e crudele), l'azione si trasforma in un massacro. I due spietati compari ammazzano tutti per tenersi il malloppo, ma non riescono ad uccidere Johnny che finisce in prigione. Qui, grazie al suo buon comportamento e all'intercessione di un medico idealista, Johnny, dopo essere scampato miracolosamente ad un attentato organizzato dall'esterno da Rafe e Sunny, viene inserito in una sorta di programma di recupero per rifarsi una nuova vita, con un nuovo nome (Johnny Mitchell) ed un nuovo aspetto, dopo una serie di interventi di chirurgia plastica che lo trasformano in un uomo affascinante e prestante. Per un po' il redivivo Johnny sembra effettivamente rinato: esce in libertà condizionata, trova un lavoro onesto e l'amore di una bella ragazza. Ma l'idea della vendetta è sempre presente nella sua mente. Questo cupo crime diretto con mano sapiente dall'esperto Walter Hill nasce da un racconto breve di John Godey, "The Three Worlds of Johnny Handsome", di cui la 20th Century Fox acquistò i diritti nel 1972, ma il progetto rimase a lungo in cantiere, passando di mano in mano e subendo continui ritardi e revisioni. Alla fine la regia andò a Walter Hill, che approvò la sceneggiatura finale di Ken Friedman ed il ruolo del protagonista fu assegnato a Mickey Rourke, dopo i rifiuti di Richard Gere e di Al Pacino che non credevano nelle potenzialità dell'opera. Alla sua uscita il film passò praticamente in sordina e non venne particolarmente apprezzato, pagando oltre modo lo scotto di un'idea di base effettivamente poco credibile che ne penalizzò ampiamente i meriti, che ugualmente sono presenti. Vedi il solido lavoro registico, il cast sontuoso (Mickey Rourke, Ellen Barkin, Elizabeth McGovern, Morgan Freeman, Forest Whitaker, Lance Henriksen), le affascinanti ambientazioni sordide (in tal senso la scelta di New Orleans è perfetta) e le malinconiche suggestioni infuse dall'autore che guardano al noir americano degli anni '40 e anche al polar francese. Sotto questo punto di vista è emblematico il personaggio del detective disilluso di Morgan Freeman (ruolo che gli calza a pennello e che più volte riprenderà nel corso della sua lunga carriera) che contiene l'anima e l'essenza del noir: il fatalismo tragico, il cinismo pragmatico e la disincanta convinzione che, in fondo, nessuno possa realmente cambiare. Ma anche la perfida sgualdrina interpretata da Ellen Barkin (la migliore in assoluto del ricco cast) è una perfetta dark lady attualizzata al clima degli anni '80. Ad un certo livello la pellicola è un fosco dramma esistenziale "a tesi" travestito da crime d'azione. Film sottovalutato ma da recuperare, specialmente per gli amanti del genere.

Voto:
voto: 3/5

Nessun commento:

Posta un commento