sabato 8 luglio 2023

Il prodigio (The Wonder, 2022) di Sebastián Lelio

Nel 1862 l'infermiera inglese Elizabeth Wright viene inviata in Irlanda per osservare il caso di una bambina del posto, Anna O'Donnell, che non tocca cibo da 4 mesi ma che risulta in ottime condizioni di salute. L'evento ha avuto ampia risonanza ed è seguito con attenzione da preti, medici e giornalisti, mentre le persone del piccolo villaggio rurale in cui vive Anna parlano già senza remore di "miracolo". Durante i 14 giorni previsti per valutare il caso, in alternanza con una vecchia suora con la quale non può interagire esplicitamente, Elizabeth sviluppa una sincera relazione empatica con la bambina, che ostenta una forte fede cattolica e sostiene di nutrirsi grazie alla "manna dal cielo" che le arriva da Dio. L'infermiera, segnata da un trauma del passato che cerca di tenere nascosto, finisce per essere coinvolta nella situazione ben oltre il puro interesse professionale. Questo dramma storico con lievi sfumature da thriller psicologico, diretto dal cileno Sebastián Lelio, è tratto dal romanzo omonimo di Emma Donoghue, che ha anche partecipato alla scrittura della sceneggiatura insieme al regista ed alla drammaturga Alice Birch. E' un film d'atmosfera, lento e sottilmente inquietante, che si apre e si chiude con una straniante inquadratura che rompe la "quarta parete" e ci dice fin da subito che stiamo assistendo ad un racconto di finzione, una storia incredibile che può essere vera o falsa e rispetto alla quale è giusto porsi liberamente, con un atto di fede o con il dubbio dello scetticismo, a seconda della propria personalità. L'autore, sempre sensibile verso i personaggi femminili di cui si fa attento esaminatore delle motivazioni psicologiche che li sostengono e ne determinano le azioni, realizza un nuovo film che mette al centro le donne, attraverso le sue due splendide protagoniste, interpretate con grande efficacia da Florence Pugh e dalla piccola Kíla Lord Cassidy. Con una messa in scena spartana, un ritmo compassato, una fotografia plumbea ed una perfetta ricostruzione ambientale della povera campagna irlandese in quel periodo di miseria e di superstizione, la pellicola traccia un affresco realistico e velatamente angosciante, che vuol essere un apologo critico sul contrasto tra scienza e fede, o tra razionalità e misticismo, con evidenti allusioni al fanatismo ideologico tipico di molti ceti sociali meno istruiti e più svantaggiati, che spesso si rifugiano nella religione per sfuggire al dolore di una vita miserabile. La ricerca della verità, che è lo scopo della protagonista Elizabeth ma non certo quello del film in merito alle complesse tematiche esaminate, diventa, con il procedere della storia, non solo un atto di giustizia ma un vero e proprio atto di amore, rendendo indistinguibili le ragioni della mente da quelle del cuore. Peccato che molte delle cose buone che l'opera indubbiamente possiede siano penalizzate da un finale deludente, troppo esplicativo e troppo sentimentale, che stride ampiamente con le suggestioni ambigue e misteriose che ci avevano ammaliato fino a quel momento.

Voto:
voto: 3/5

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