giovedì 13 luglio 2023

Vesna va veloce (1996) di Carlo Mazzacurati

La giovane Vesna, turista venuta in Italia in pullman insieme ad altri connazionali cecoslovacchi, decide di abbandonare la sua comitiva e rimanere da sola a Trieste. Senza alloggio né denaro finisce presto nel giro della prostituzione, facendo ogni genere di incontri, tra cui quello con un violento protettore slavo che la deruba e la ferisce con un coltello. Tra i suoi clienti, il mite Antonio si prende cura di lei e l'accoglie in casa sua, donandole la dolcezza e la benevolenza che la ragazza non aveva mai trovato prima. Ma l'idillio dura poco, perchè lo spirito libero ed inquieto di Vesna va troppo veloce per poter restare a lungo nello stesso luogo. Melodramma dai tratti surreali di Carlo Mazzacurati, scritto da molteplici autori tra cui Stefano Rulli, Sandro Petraglia e lo stesso regista, e bene interpretato dall'esordiente Tereza Groszmannová e dal comico Antonio Albanese, al suo secondo lungometraggio per il cinema e perfettamente a suo agio in un ruolo drammatico. E' un film irrequieto e irrisolto come la sua giovane protagonista, che non appare mai come una vera vittima perchè fa sempre le sue scelte con consapevolezza, per quanto queste siano azzardate e spesso incomprensibili. Eppure il tormento interiore di Vesna, il suo disincanto dolente e la rabbia che si porta dentro sono evidenti in diverse scene e la sua "corsa" è la metafora di un disagio impellente che non dà tregua e dal quale non si può sfuggire, una ellissi psicologica e morale che sconcerta il buon Antonio (il personaggio di Albanese) e lo spettatore  stesso, senza mai trovare un accenno di spiegazione, un appiglio razionale, un barlume di umana comprensione. E' evidente che tutto questo sia voluto dall'autore e che la pellicola, attraverso la breve rappresentazione di un'utopia intangibile, sia la rappresentazione allegorica di una crisi, di uno smarrimento e di una sconfitta, senza mai ambire a sermoni ideologici o a precisi atti di accusa sociali. In una continua alternanza tra scene che lasciano perplessi e momenti di grande poesia (la danza sulla spiaggia, l'ubriaco perso nel traffico, gli sguardi dolcissimi tra Vesna e Antonio), l'opera lascia intendere un notevole potenziale, ma non riesce mai ad esprimerlo in maniera compiuta. E' indubbiamente un film non banale, ma anche velleitario nella piena realizzazione del suo intento. La Groszmannová è stata premiata al Festival di Venezia con il Premio Pasinetti per la migliore attrice.

Voto:
voto: 3/5

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