sabato 15 luglio 2023

Gorbaciof (2010) di Stefano Incerti

A Napoli Marino Pacileo, da tutti detto Gorbaciof per una evidente voglia rossastra che ha sulla fronte, lavora come ragioniere contabile nel carcere di Poggioreale. Uomo solitario, di poche parole e dai modi spicci, ha come uniche passioni il gioco d'azzardo e la bella Lila, una ragazza cinese che incontra quotidianamente perchè figlia del proprietario di un ristorante, che mette a disposizione un locale sul retro come "bisca" per giocatori di poker. A causa del suo lavoro Marino maneggia sempre grosse somme di denaro e spesso effettua dei "prelievi" abusivi dalla cassaforte del carcere per trovare la liquidità necessaria al suo vizio, ma riesce comunque a gestire la cosa senza farsi scoprire, coprendo sempre in tempo gli ammanchi. Quando però scopre che il padre di Lila ha un grosso debito di gioco con l'Avvocato, un losco personaggio abituale al loro tavolo di poker, Gorbaciof decide di aiutarlo, per timore di ritorsioni nei confronti di Lila. Inizia così a contrarre debiti sempre maggiori e deve accettare di prendere parte ad attività criminose nel tentativo di saldarli. Il sesto lungometraggio del napoletano Stefano Incerti, regista cresciuto alla "corte" di Mario Martone, è un cupo dramma con sfumature crime e riuscite pennellate sentimentali, ambientato in una Napoli decadente, torbida e multietnica. E' un film ambizioso e introverso, immerso in un sordido microcosmo di vizio, e costruito sul personaggio di Gorbaciof  interpretato con il solito abile mimetismo da Toni Servillo, che aggiunge alla sua folta galleria una nuova "maschera" sui generis, mantenendosi abilmente sull'orlo della caricatura ma senza mai perdere di credibilità e di naturalismo. E' evidente il grande lavoro di definizione dei dettagli compiuto dall'attore e dal regista sul protagonista (la camminata, il modo di vestire, la postura, le smorfie, le espressioni pregnanti, l'eloquio breve e sentenzioso), tutti aspetti fondamentali per la riuscita della pellicola. Ma, oltre a Servillo, meritano il plauso anche l'attrice cinese Mi Yang (di luminosa espressività) ed un viscido Geppy Gleijeses che non ti aspetti. Ottimo l'approccio concettuale di Incerti, che sceglie di limitare al minimo i dialoghi e di affidarsi soprattutto agli sguardi, al linguaggio del corpo ed alla mimica facciale degli attori. Tutto questo ci regala un'opera non banale e diversi momenti poetici (la passeggiata in aeroporto, la visita notturna allo zoo, gli sguardi tra Lia e Marino dai due lati dell'acquario, la lunga scena in cui la premurosa ragazza si prende cura di lui). Peccato che il film pecchi nel finale, che cita indecorosamente Tarantino e la cui enfasi beffarda risulta prevedibile e stucchevole.

Voto:
voto: 3/5

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