Nel nord Italia il piccolo Tommaso, di 6 anni, è un bambino solitario di famiglia benestante che vive in un mondo fantastico tutto suo, popolato da strani "amici" immaginari attraverso cui esprime il suo disagio per la trascuratezza dei genitori anaffettivi, sempre troppo impegnati per pensare a lui. L'arrivo di Mara, giovane e bella babysitter, provoca in lui un profondo turbamento che lo ridesta dal suo torpore emotivo. Tommaso s'innamora di lei e odia con tutte le sue forze il compagno di Mara, manesco e arrogante. Il bambino chiederà aiuto ai suoi "amici" per eliminare definitivamente l'uomo che si frappone tra lui e la sua amata. Scritto e diretto da Peter Del Monte, regista romano nato negli Stati Uniti, Piccoli fuochi è un audace dramma psicologico introspettivo, sospeso tra fantasia e realtà, che affronta lucidamente il tema tabù della sessualità infantile, ma anche quello della "cattiveria" che può sprigionarsi nella psiche di un bambino in particolari condizioni, come la mancanza di affetto o l'idealizzazione fantasiosa di sensazioni prepotenti che non riesce a spiegarsi. Oscillando di continuo tra la fiaba psicoanalitica, la provocazione sentimentale e la denuncia sociale contro l'indifferente assenza che molti genitori hanno nei confronti dei propri figli, la pellicola è secca e tagliente nell'andare dritta al nucleo del problema e trova i suoi momenti migliori nelle sequenze oniriche o in quelle che analizzano il rapporto che s'instaura tra Mara e Tommaso, in bilico sottile tra il morboso e il materno, ma senza mai tracimare nello squallido eccesso gratuito, specialmente quando assistiamo alle reazioni espressive del piccolo di fronte al corpo di lei. La celebre scena del nudo integrale della diciannovenne Valeria Golino (Mara) che esce dalla doccia e si trova davanti il piccolo Dino Jaksic (Tommaso), destò un certo scandalo all'uscita del film, ma ne costituisce il cuore pulsante e la provocatoria vertigine; è girata e recitata benissimo ed è totalmente esente da compiacimenti maliziosi. Bravissimi i due attori principali appena citati, con la Golino (che fu anche legata da una relazione sentimentale con il regista) che si avviò prepotentemente ad entrare nell'alveo delle poche attrice italiane dotate di una visibilità e di una credibilità internazionale, imponendosi fin da subito all'attenzione generale per avvenenza, naturalezza e talento.
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