lunedì 31 luglio 2023

È una sporca faccenda, tenente Parker! (McQ, 1974) di John Sturges

Il tenente Lou Parker (in originale Lon McHugh, da cui il titolo McQ nell'abbreviazione inglese) è un detective della polizia di Seattle dai modi rudi, che risponde alla violenza con la violenza infischiandosene delle regole e dei limiti imposti dal suo dipartimento. La sua efficacia è pari solo al suo modo di operare, sbrigativo e manesco, e questo lo mette sistematicamente nei guai con i superiori che non riescono a domarne le intemperanze. Dopo l'ennesima lavata di testa e sospensione temporanea dal servizio, Parker si dimette, consegna il distintivo e continua ad indagare per conto proprio sulla morte di un collega (e vecchio amico), freddato a sangue freddo in una sparatoria. Il suo fiuto lo conduce subito sulla pista del traffico di stupefacenti e del boss cittadino Manny Santiago, a cui il nostro darà filo da torcere, utilizzando gli stessi metodi dei criminali a cui dà la caccia. Ma quello che scoprirà non gli piacerà affatto. Robusto poliziesco d'azione di John Sturges, con l'icona John Wayne protagonista assoluto e passato dagli scenari western a quelli metropolitani contemporanei, ma interpretando sempre lo stesso tipo di personaggio: duro, senza mezze misure e fedele alla regola dell'occhio per occhio. Dopo il grande successo mondiale di Dirty Harry (1971) di Don Siegel, la moda dei polizieschi cupi, amorali, violenti e giustizialisti imperversò per tutti gli anni '70, sbarcando prontamente anche in Italia con le immancabili imitazioni, che venivano accusate dalle critica di "pericolose" ideologie fasciste ma che riempivano puntualmente le sale e sbancavano i botteghini. E' evidente (e risaputo) che l'operazione commerciale si basava sulla semplice idea di passare dal western al poliziesco, modificando gli scenari e la collocazione temporale, ma mantenendone le stesse regole di base, con il duello e le sparatorie come inevitabile risoluzione di tutti i conflitti. Il genere trovò terreno fertile nel generale senso di scoramento che aleggiava in gran parte della popolazione di fronte alla crescente escalation del crimine, con conseguente mancanza di fiducia verso le forze di pubblica sicurezza e il desiderio, da molti auspicato, di una forma di "giustizia" sommaria e spietata. Questo film di Sturges rientra tranquillamente in questo filone, con un tentativo un po' maldestro di imitare la formula della pellicola di Don Siegel. Non va dimenticato che, inizialmente, proprio John Wayne era stato indicato come ideale interprete dell'ispettore Harry Callaghan, ma poi gli fu preferito il più giovane, prestante e lanciatissimo Clint Eastwood, che già era entrato nell'immaginario collettivo come ideale pistolero dopo i western girati con Sergio Leone, che lanciarono la sua carriera di attore. Senza girarci troppo intorno possiamo dire che McQ (il didascalico e fantasioso titolo italiano lasciamolo pure da parte) è un po' la brutta copia di Dirty Harry, con una storia convenzionale e dall'intreccio prevedibile ed un protagonista visibilmente invecchiato e stanco, soprattutto nelle scene d'azione prolungate. Va ricordato che Wayne, nonostante avesse ancora carisma da vendere con la sua espressione granitica, era ormai al tramonto della sua carriera e della sua vita, e la cosa è ben visibile nel film, lasciando anche un certo senso di malinconica amarezza. Da salvare ci sono le musiche di Elmer Bernstein, qualche buona sequenza action realizzata con indubbio mestiere e le prove del cast, specialmente per i ruoli "secondari", grazie ad interpreti come Eddie Albert, Diana Muldaur, Al Lettieri e Colleen Dewhurst. Nel 1975 Wayne tornerà ad interpretare un poliziesco, sulla falsa riga di questo: Ispettore Brannigan, la morte segue la tua ombra (Brannigan) diretto da Douglas Hickox e che sarà la penultima interpretazione della sua lunga carriera (con ben 169 titoli all'attivo!).

Voto:
voto: 2,5/5

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