Nella Napoli post risorgimentale di fine '800, lo scugnizzo Nicola, trovatello cresciuto per strada senza famiglia, finisce in riformatorio, dove inizia a leggere e studiare con il sogno di diventare avvocato e tenersi lontano dai guai. Una volta uscito si scontra con Don Gaetano, il "guappo" del quartiere a cui tutti soggiacciono per timore o per riverenza. Dopo le iniziali incomprensioni, il criminale lo prende in simpatia, ne apprezza la lealtà e l'ambizione e lo accoglie sotto la sua protezione, presentandolo ai boss della Camorra cittadina. Pur di poter continuare i suoi studi universitari in legge, Nicola è costretto ad affiliarsi all'antica associazione mafiosa, divenendone un membro a tutti gli effetti. Laureatosi da avvocato, si trova a dover difendere proprio il suo mentore, incastrato da un viscido poliziotto corrotto che ne ha stuprato la donna e lo ha fatto cadere in una trappola. Il talento di Nicola in aula di tribunale riesce a far assolvere Don Gaetano con formula piena, con grande soddisfazione di entrambi. Ma ben presto, le dure regole del crimine, che non ammettono errori o compromessi, finiranno per metterli di nuovo l'uno contro l'altro e Don Gaetano dovrà fare una terribile scelta. Crudo e vigoroso melodramma criminale di Pasquale Squitieri, scritto dal regista insieme ad Ugo Pirro, e interpretato da un cast notevole con attori come Claudia Cardinale, Franco Nero e Fabio Testi nei tre ruoli principali. Forte di un verismo truce, di una ricostruzione storica sontuosa che richiama le origini della Camorra, di inserti folcloristici che offrono una preziosa fotografia del meridione post unitario, di ammiccamenti alla sceneggiata napoletana, di un cupo senso di fatalismo tragico che aleggia su tutte le sequenze e di egregie performance attoriali (con la Cardinale e Nero una spanna su tutti gli altri), questo noir popolare partenopeo vale sia come affresco d'epoca, sia come libello sociale e sia come colorito feuilleton. Nel finale il film tende a perdere integrità e si concede qualche enfasi retorica, ma, nel complesso, resta una delle opere più riuscite, emblematiche e corpose del regista. Proprio sul set di questa pellicola ebbe inizio la lunga collaborazione professionale e relazione sentimentale (da cui nacque anche una figlia) tra Squitieri e la Cardinale.
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