lunedì 31 luglio 2023

Paradise (2023) di Boris Kunz , Tomas Jonsgården , Indre Juskute

In un futuro prossimo l'umanità ha definitivamente risolto il problema dell'emergenza climatica e gli anni di vita sono diventati valuta di scambio. Questo è stato reso possibile dalle rivoluzionarie scoperte di bioingegneria della scienziata Sophie Theissen, fondatrice e leader della potente azienda farmaceutica AEON, attraverso cui un soggetto può ricevere da un donatore compatibile a livello di DNA un certo numero di anni di vita, ringiovanendo di conseguenza all'istante, tramite una sorta di speciale "trasfusione" di liquidi biologici eseguita attraversi speciali macchinari. Ovviamente l'effetto prodotto sul donatore è quello inverso: un improvviso invecchiamento in proporzione agli anni donati. Il sistema di potere creato in questo modo dalla AEON fa si che i più poveri, in cambio di denaro liquido versato istantaneamente, vendano i loro anni di vita ai più ricchi che così si garantiscono una giovinezza imperitura. Max è un rampante impiegato della AEON che lavora procacciando nuovi clienti, ovvero convincendo (con denaro, promesse e rassicurazioni) i soggetti compatibili individuati a firmare il contratto di assenso alla donazione (il valore economico di 1 anno di vita è valutato all'incirca 65 mila euro). Il suo lavoro va alla grande, Max è il numero uno nel suo settore ed ha una vita invidiabile con la sua bella moglie Elena con cui sta progettando di avere un figlio. Ma di colpo tutto cambia in maniera tragica: un incidente imprevisto fa finire Max in rovina finanziaria, con un enorme debito da saldare in pochissimo tempo. E così l'uomo diventa, suo malgrado, vittima di quello stesso sistema di cui era parte attiva e fervido sostenitore. E le conseguenze sconvolgeranno la sua vita e quella di Elena in maniera impensabile. "Il tempo è denaro" recita un vecchio e famoso adagio, al quale non si presta mai la dovuta attenzione. E questo thriller cupo e teso di fantascienza distopica di produzione tedesca, che alterna efficacemente la pura azione al dramma psicologico, lo fa suo in pieno, rendendolo l'idea di base attorno a cui si sviluppa il racconto. Un modello teorico simile era già stato affrontato nel film In Time (2011) di Andrew Niccol, con protagonisti Justin Timberlake e Amanda Seyfried, ma in maniera più spettacolare, superficiale e retorica, secondo i tipici canoni hollywoodiani. Il film realizzato dal trio di registi Boris Kunz, Tomas Jonsgården e Indre Juskute, è invece un'opera più complessa e stratificata, dall'anima oscura e dalle atmosfere inquietanti, con una prima parte ottima nella preparazione della suspense e nella messa a punto del drammatico intreccio. La seconda metà della pellicola perde qualche colpo, talvolta inciampa in eccessi poco plausibili, altre volte tende ad una eccessiva semplificazione, ma riesce comunque a mantenere una tensione costante fino alla fine ed ha il coraggio di offrirci un epilogo tutt'altro che prevedibile, melenso o rassicurante, portando così a termine, in maniera secca e lucida, la sua perfida riflessione sulla natura umana e sul valore del tempo. Prodotto e distribuito dalla piattaforma Netflix, si avvale di un buon cast (Kostja Ullmann, Corinna Kirchhoff, Marlene Tanczik, Iris Berben, Lisa-Marie Koroll) e di suggestive ambientazioni: passando da una Berlino futuristica, algida e socialmente divisa ad una tetra Lituania, che appare come una infernale terra di nessuno, dopo il distacco dei paesi Baltici dall'Unione Europea, di cui si parla nel film.

Voto:
voto: 3,5/5

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