mercoledì 26 luglio 2023

Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978) di Lina Wertmüller

Nel 1922 in un paesino dell'entroterra siciliano, la vedova Titina Paternò, donna ancora piacente, si è rassegnata a vedere l'assassino di suo marito, Vito Acicatena, a piede libero. In paese tutti sanno che lui è colpevole ma nessuno parla per paura, come da atavica abitudine omertosa. Un avvocato socialista, Rosario Spallone, dopo aver salvato Titina da un tentativo di stupro da parte dello stesso Acicatena, cerca di convincerla a far riaprire il processo per condannare l'uomo che le ha rovinato la vita. Tra i due nasce una relazione sentimentale, ma l'arrivo dall'America di Nick Sanmichele, cugino del defunto marito della donna con attitudini criminali, complica ulteriormente le cose. Titina viene sedotta da Nick, che le rivela il suo piano di vendicare il cugino, uccidendo Acicatena, per poi fuggire con lei in America. Ma la marcia su Roma e l'avvento del regime fascista fa precipitare gli eventi: Acicatena diventa il gerarca locale a capo di una squadriglia di sgherri in camicia nera e si sente ancora più intoccabile; l'unica risoluzione possibile sarà quella violenta. Truce melodramma popolare di ambientazione siciliana, scritto e diretto da Lina Wertmüller all'insegna di una passionalità terragna, di un milieu politico superficiale e di una dimensione farsesca di cupa gravosità. La totale mancanza di ironia e la mano pesante della regista romana rendono la pellicola troppo teatrale nelle sue esasperazioni tragiche, sentimentali e sociali, con un simbolismo grottesco che va spesso fuori misura, sfociando in un macchinoso barocchismo. Le cose migliori sono le location pregnanti di grande potenza evocativa, la fotografia di Tonino Delli Colli e le interpretazioni dei quattro attori principali (Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Giancarlo Giannini, Turi Ferro), tra cui svetta la Loren in una verace incarnazione di miseria, dolore e spirito di adattamento, con le occhiaie cerchiate di nero ed una torva bellezza resiliente dal sapore antico. Giannini, attore feticcio della Wertmüller, ricicla i suoi personaggi di prosaica guapperia, mentre Mastroianni, con una vistosa barba da profeta, sa conferire al suo avvocato una giusta miscela di fragilità, idealismo e meschinità. La versione lunga del titolo, come da consolidato vezzo della regista, detiene il primato di titolo cinematografico più lungo della storia del cinema: "Un fatto di sangue nel comune di Siculiana fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici. Amore-Morte-Shimmy. Lugano belle. Tarantelle. Tarallucci e vino". Nei paesi anglofoni i ben più pratici inglesi distribuirono la pellicola con il titolo Revenge. La concisione è, talvolta, una grande dote.

Voto:
voto: 2,5/5

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