lunedì 24 luglio 2023

La miliardaria (The Millionairess, 1960) di Anthony Asquith

Epifania Ognissanti di Parerga è una ragazza bellissima che ha ereditato una fortuna dal suo defunto padre, diventando così la donna più ricca del mondo. Ma come clausola testamentaria lo stravagante genitore ha disposto che lei possa sposare un uomo solo se questi è in grado di trasformare un budget iniziale di 500 sterline in 15.000 in soli tre mesi. Epifania si sposa con un avvenente tennista, aggirando il vincolo paterno con un inganno, ma il matrimonio fallisce miseramente in poco tempo. Dopo una serie di ulteriori delusioni amorose ed un tentativo di suicidio fallito, la nostra s'innamora di un medico indiano, Ahmed el Kabir, altruista dal cuore buono che lavora anche gratis in una scalcinata clinica pur di aiutare i poveri bisognosi. L'uomo, che non dà alcun valore al denaro, rifiuta il corteggiamento della donna, ottenendo il risultato di farla incaponire ancora di più. Alla fine, colpito dalla sua testardaggine, le propone a sua volta una clausola obbligatoria per sposarsi con lui: lei dovrà vivere per 3 mesi con soli 35 scellini come base di partenza. Gradevole commedia sofisticata di produzione britannica, scritta da Wolf Mankowitz, diretta da Anthony Asquith e liberamente tratta dall'omonima opera teatrale di George Bernard Shaw. Alterna parti molto divertenti ad altre decisamente frivole, raggiungendo nel finale l'apice del sentimentalismo melenso tipico della produzioni di questo tipo e di quel periodo. Ma, in mezzo, c'è brio, agilità, eleganza e alcune sequenze impagabili, soprattutto grazie alla bravura degli attori principali, tra cui spiccano la nostra grande diva Sophia Loren, il mattatore Peter Sellers ed il sornione Vittorio De Sica. Alla sua uscita il film non fu particolarmente apprezzato dalla critica, ma ebbe uno straordinario successo di pubblico, specialmente in America e nel Regno Unito, diventando uno dei maggiori incassi dell'anno 1960. La Loren è un vero spettacolo, in tutti i sensi, e il suo ruolo, inizialmente pensato per Ava Gardner e poi per Katharine Hepburn, venne rifiutato da entrambe che snobbarono la sceneggiatura dopo averla letta. Questo set fu galeotto per Peter Sellers che, letteralmente, perse la testa per la nostra bella attrice e fece follie pur di conquistarla, ma alla fine dovette arrendersi. In quel periodo la Loren era già felicemente legata al produttore Carlo Ponti, il grande amore della sua vita, con cui si era sposata per procura 3 anni prima in Messico per evitare l'accusa di bigamia prevista dalla legge italiana (Ponti era ancora sposato con Giuliana Fiastri e, per ottenere l'annullamento legale del matrimonio nel nostro paese, dovette attendere il 1962). La canzone "Goodness Gracious Me", scritta da George Martin e cantata nel film in duetto da Sellers e la Loren, divenne una hit di quegli anni.

Voto:
voto: 3/5

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