lunedì 17 luglio 2023

Lo sperone nudo (The Naked Spur, 1953) di Anthony Mann

Howard Kemp, reduce dalla guerra di secessione, torna a casa ma trova una sgradita sorpresa: la sua donna è fuggita via con un altro uomo ed ha venduto la fattoria, il bestiame e tutte le terre. Apparentemente rovinato, Kemp non si perde d'animo e si improvvisa "bounty killer" per sbarcare il lunario. La sua prima preda è il fuorilegge Ben Vandergroat, ricercato per l'omicidio di uno sceriffo ed in fuga insieme alla sua ragazza, Lina. Kemp riesce a catturarli entrambi, insieme a due scagnozzi poco raccomandabili che lo aiutano nell'impresa. Ma la furbizia del bandito riesce a solleticare l'avidità dei compagni di Kemp e crea forti dissidi all'interno del mal assortito gruppo. La violenza sarà inevitabile per risolvere la situazione. Questo western epico romantico di Anthony Mann, con protagonisti James Stewart, Janet Leigh e Robert Ryan, è un rigoroso film di azione violenta dal passo agile e dal ritmo serrato, in cui i canoni classici del genere sono stemperati nel confronto psicologico tra due nemici irriducibili che si scontrano innanzi tutto sul piano delle rispettive personalità, prima di passare alle armi da fuoco. Intimamente tragico ma non rassegnato, porta in scena figure torve e tormentate, quasi votate all'autodistruzione per cupezza interiore, giocando abilmente sullo stridente contrasto che si crea tra questi e la bellezza maestosa degli scenari naturali (secondo uno stile caro al regista, che ha sempre fatto di tale conflitto una propria cifra stilistica). In questa pellicola, come elemento di novità, Mann utilizza, talvolta, anche l'incupimento minaccioso del paesaggio circostante in funzione dello stato d'animo del protagonista o della tragicità della situazione di contorno, trasformando la distonia in sintonia (come nella scena ambientata tra le rapide del fiume). Lo scontro corpo a corpo sulle rocce tra Kemp e Vandergroat è una delle sequenze memorabili della filmografia western dell'autore. Il film ha avuto una candidatura agli Oscar (per la migliore sceneggiatura di Sam Rolfe e Harold Jack Bloom) ed un ottimo restauro in digitale eseguito nel 1997, che ne ha ripristinato la bellezza della fotografia in Technicolor.

Voto:
voto: 4/5

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