giovedì 13 luglio 2023

Viaggio al centro della Terra (Journey to the Center of the Earth, 1959) di Henry Levin

Edimburgo, 1880. Il professor Oliver Lindenbrook, analizzando una strana roccia vulcanica trovata da uno dei suoi studenti, scopre al suo interno un messaggio lasciato dal leggendario esploratore Arne Saknussem, da lungo tempo scomparso senza lasciare traccia mentre era alla ricerca della sua ossessione di un vita: un passaggio che conducesse al centro della terra ed al mondo sotterraneo ivi contenuto. L'iscrizione fornisce indicazioni chiare sulla via da seguire e Lindenbrook organizza rapidamente una spedizione (i cui membri saranno tre uomini, una donna e un'oca domestica) per seguire il sogno di Saknussem, che potrebbe rivoluzionare l'intero mondo scientifico. La discesa parte da una grotta nascosta vicino al cratere di un vulcano islandese e si rivela piena di insidie, ma anche di nuovi messaggi lasciati dal loro predecessore lungo il percorso. Seguiti a loro insaputa da un crudele discendente di Saknussem, che intende sfruttare la loro ricerca per poi eliminarli e prendersene il merito, i nostri scopriranno un mondo ignoto, meraviglioso e terribile, celato sotto la superfice terrestre. Dal celebre romanzo omonimo di Jules Verne, Henry Levin ha tratto un ambizioso film di avventure fantastiche che, pur con diverse licenze rispetto al testo originale d'ispirazione, si mantiene fedele allo spirito visionario ed al talento immaginifico del romanziere francese, che è uno dei padri fondatori della moderna fantascienza. E' una pellicola ricca di invenzioni e di sequenze spettacolari, che alla sua uscita stupirono il pubblico per la messa in scena e per gli effetti speciali, che ovviamente perdono forza agli occhi dello spettatore moderno e apparirono in larga parte ingenui o addirittura "comici". Allo stesso modo la caratterizzazione data ai personaggi è monolitica e oltre modo datata, anche se la novità dell'elemento femminile (la Carla Götaborg interpretata da Arlene Dahl, inesistente nel romanzo) è un chiaro segnale di un approccio innovativo per il 1959. Gli elementi ironici introdotti in vari punti per alleggerire la trama e rendere il tono meno "spaventoso" fa parte, analogamente, del modo hollywoodiano di concepire lo spettacolo cinematografico a quei tempi. Al netto di tutti questi elementi e contestualizzando il giudizio al periodo di appartenenza, è innegabile che questo film sia importante, affascinante, evocativo e sapientemente realizzato, nonché uno dei più felici adattamenti di Verne portati sul grande schermo. Ulteriormente impreziosito dall'ariosa colonna sonora del grande Bernard Herrmann, ebbe tre candidature tecniche agli Oscar ed un grande successo al box office americano.

Voto:
voto: 3,5/5

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