venerdì 14 luglio 2023

Florence (Florence Foster Jenkins, 2016) di Stephen Frears

Nella New York degli anni '40, Florence Foster Jenkins è una donna ricca, influente e stravagante con la grande passione per la musica e per l'opera lirica, di cui è attiva sostenitrice con ingenti donazioni in favore di artisti e spettacoli teatrali. Lontana dalle scene da lungo tempo, ma convinta di possedere una bella voce da soprano, Florence decide di prendere lezioni di canto ed assume un Maestro di pianoforte che deve dedicarsi completamente al suo sogno. Minata da una grave malattia di cui non ha mai fatto menzione pubblicamente, la donna viene incoraggiata nel perseguimento del suo desiderio di diventare una cantante lirica dalla compiacenza benevola del marito, St. Clair Bayfield, e dello stesso Maestro di musica, Cosme McMoon. I due, come la maggioranza delle persone che vivono alla "corte" della facoltosa mecenate, agiscono sia per opportunistico interesse personale sia per l'importante valore psicologico e terapeutico che l'illusione di una carriera ha sul delicato umore di Florence. Nessuno di loro ha il coraggio di deluderla, dicendole chiaramente la dura verità. Infatti, nonostante l'impegno e l'entusiasmo che ci mette, Florence ha una voce pessima, flebile e stonata, e rischia di rendersi ridicola di fronte ad ascoltatori non opportunamente "addomesticati". Ma il gioco prende una piega sempre più critica nel momento in cui la donna, convintasi di essere all'altezza di un soprano, decide di esibirsi in teatro davanti al pubblico, riuscendo ad ottenere, grazie alla sua ricchezza, addirittura il palco della prestigiosa Carnegie Hall di New York. Questo dramma biografico, scritto da Nicholas Martin e diretto con tocco elegante da Stephen Frears, è ispirato alla storia vera di Florence Foster Jenkins e del suo sogno di diventare cantante d'opera, nonostante l'evidente mancanza di talento. Il regista britannico riserva il suo abituale spirito cinico e dissacrante all'ipocrisia ruffiana dell'alta borghesia, popolata da perbenisti e da lacchè che preferiscono preservare la facciata di un mondo dorato e fasullo, piuttosto che rischiare di perdere i propri privilegi di classe. Ma non è questa l'anima della pellicola, né l'argomento a cui l'autore è maggiormente interessato. Infatti egli dispensa, di contro, un atteggiamento di tenera raffinatezza e di bonaria ironia, dedicandolo all'amore per l'arte ed al potere salvifico che l'arte ha sulla vita degli uomini. Mettendoci più cuore che testa, Frears si pone chiaramente dalla parte della sua bizzarra protagonista, istrionica e fragile al tempo stesso, e dalla parte di tutti i sognatori che cercano di illuminare il grigio dell'esistenza con la scintilla dell'arte. Perchè di artisti (veri o presunti,  talentuosi o scapestrati, magnifici o goffi) non ce n'è mai abbastanza, specialmente se posti in opposizione ai tanti mali del mondo (in questo caso, la guerra). Senza eccedere in sentimentalismi o in retorica, l'autore bilancia sapientemente il dramma, la commedia ed il grottesco, invitando con dolcezza lo spettatore a fare un po' come Bayfield e il Maestro McMoon, cullando, per il tempo concesso, un'utopia di bellezza e di arte con malinconica soavità. Fondamentali alla buona riuscita del film sono anche le musiche di Alexandre Desplat, l'intero reparto di scenografie e costumi e le toccanti interpretazioni del cast principale, in cui brilla la sempre grande Meryl Streep (nessun'altra attrice avrebbe potuto tratteggiare Florence con pari intensità e ricchezza di sfumature) ed un sorprendente Hugh Grant, che tiene testa degnamente alla grande diva americana. Il film ha ottenuto due candidature agli Oscar: per i costumi e per la Streep come miglior attrice protagonista (alla 20° nomination delle 21 totali della sua incredibile carriera).

Voto:
voto: 3,5/5

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