Lee
è un giornalista inquieto che si separa dalla moglie Robin e finisce in un
vortice di sesso, stravizi e mondanità, alla compulsiva ricerca di avventure
erotiche con modelle e “starlette”. Intanto la sua ex moglie, grazie al
fidanzamento con un affidabile produttore, sistema la sua vita sentimentale e
diventa una star della televisione. Graffiante commedia corale dai toni aspri
sul tema della celebrità che produce “mostri”: personaggi depressi e sopra le
righe, viziosi materialisti impenitenti dediti al culto di sé stessi e al
brivido del piacere trasgressivo, sempre più estremo. In questo suo opus n. 29 (il nono in cui non compare
in veste di attore), Woody Allen mette sulla graticola la società dello showbiz (Hollywoodiano ma non solo)
ricorrendo ad una satira caotica e feroce, non priva di elementi autobiografici
e di autoironia dissacrante. Con una coralità di personaggi (quelli principali
sono ben undici) ed un’azione frenetica che si esplica nei dialoghi precipitosi
che inficiano il rigore espressivo e la densità tematica, l’autore ricorre ad
una serie di espedienti retorici (il film inizia e finisce con la parola “HELP” sulle note della Quinta Sinfonia
di Beethoven) indubbiamente efficaci ma in forte di odore di manierismo, per
tracciare un amaro bilancio, evidentemente in perdita, sulla decadenza
inesorabile della cultura occidentale, ormai annichilita dal culto
dell’apparire, dall’ossessione del piacere materiale e da un pericoloso egoismo
edonistico. Peccato che tutto sia trattato con troppa superficialità per
cogliere realmente nel segno, finendo per cadere nella medesima trappola
oggetto della denuncia. Splendida la fotografia in bianco e nero del
leggendario Sven Nykvist, storico direttore della fotografia di Ingmar Bergman,
uno dei miti registici prediletti dell’autore. Stellare il cast con Kenneth
Branagh, Melanie Griffith, Winona Ryder, Charlize Theron, Leonardo DiCaprio,
Judy Davis, Joe Mantegna, Famke Janssen, J. K. Simmons e Debra Messing. Due le
sequenze degne di nota: la lezione di sesso orale simulata con una banana e quella
in cui DiCaprio, che interpreta parodisticamente una star viziata e drogata,
distrugge, per noia, la hall di un
albergo . L’istrionico Branagh, nei panni del protagonista, gioca a fare Allen,
con un surplus di irrequieta
fisicità.
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