martedì 16 maggio 2017

Celebrity (Celebrity, 1998) di Woody Allen

Lee è un giornalista inquieto che si separa dalla moglie Robin e finisce in un vortice di sesso, stravizi e mondanità, alla compulsiva ricerca di avventure erotiche con modelle e “starlette”.  Intanto la sua ex moglie, grazie al fidanzamento con un affidabile produttore, sistema la sua vita sentimentale e diventa una star della televisione. Graffiante commedia corale dai toni aspri sul tema della celebrità che produce “mostri”: personaggi depressi e sopra le righe, viziosi materialisti impenitenti dediti al culto di sé stessi e al brivido del piacere trasgressivo, sempre più estremo. In questo suo opus n. 29 (il nono in cui non compare in veste di attore), Woody Allen mette sulla graticola la società dello showbiz (Hollywoodiano ma non solo) ricorrendo ad una satira caotica e feroce, non priva di elementi autobiografici e di autoironia dissacrante. Con una coralità di personaggi (quelli principali sono ben undici) ed un’azione frenetica che si esplica nei dialoghi precipitosi che inficiano il rigore espressivo e la densità tematica, l’autore ricorre ad una serie di espedienti retorici (il film inizia e finisce con la parola “HELP” sulle note della Quinta Sinfonia di Beethoven) indubbiamente efficaci ma in forte di odore di manierismo, per tracciare un amaro bilancio, evidentemente in perdita, sulla decadenza inesorabile della cultura occidentale, ormai annichilita dal culto dell’apparire, dall’ossessione del piacere materiale e da un pericoloso egoismo edonistico. Peccato che tutto sia trattato con troppa superficialità per cogliere realmente nel segno, finendo per cadere nella medesima trappola oggetto della denuncia. Splendida la fotografia in bianco e nero del leggendario Sven Nykvist, storico direttore della fotografia di Ingmar Bergman, uno dei miti registici prediletti dell’autore. Stellare il cast con Kenneth Branagh, Melanie Griffith, Winona Ryder, Charlize Theron, Leonardo DiCaprio, Judy Davis, Joe Mantegna, Famke Janssen, J. K. Simmons e Debra Messing. Due le sequenze degne di nota: la lezione di sesso orale simulata con una banana e quella in cui DiCaprio, che interpreta parodisticamente una star viziata e drogata, distrugge, per noia, la hall di un albergo . L’istrionico Branagh, nei panni del protagonista, gioca a fare Allen, con un surplus di irrequieta fisicità.

Voto:
voto: 3,5/5

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