martedì 16 maggio 2017

La maledizione dello scorpione di giada (The Curse of the Jade Scorpion, 2001) di Woody Allen

New York, 1940: C.W. Briggs, investigatore assicurativo, non tollera di sottostare al suo nuovo giovane capo in gonnella, Betty Ann Fitzgerald, risoluta arrampicatrice sociale dai modi alteri. I due diventano entrambi vittime inconsapevoli di un losco illusionista, che li ipnotizza con uno scorpione di giada e una parola magica, costringendoli a commettere dei furti in suo favore di cui i nostri non hanno alcun ricordo al risveglio. La faccenda si complica quando la loro compagnia assicurativa incarica Briggs e Fitzgerald di indagare sui furti da loro stessi commessi. Commedia dall’intreccio giallo di Woody Allen, che omaggia a ripetizione il cinema noir degli anni ’40 e si poggia sulle spalle di un personaggio femminile forte, che non è una dark lady ma, piuttosto, un concentrato di tutte quelle protagoniste odiosamente adorabili delle sophisticated comedies dell’età d’oro di Hollywood (il pensiero vola, immediato, a molti personaggi interpretati da Katharine Hepburn). Peccato che, nonostante una confezione tecnica pregevole ed un buon cast (Woody Allen, Helen Hunt, Charlize Theron, Dan Aykroyd), in cui la seconda giganteggia per bravura e la terza per fascino, la sensazione generale sia quella di un film stanco, ripetitivo, poco lucido e figlio (illegittimo) della bulimia creativa del regista che ormai praticamente s’impone di fare un film all’anno, forse per esorcizzare la paura di invecchiare. Qualcosa da salvare sicuramente c’è, specialmente nei duetti al fulmicotone tra Allen e la Hunt, ma trattasi indubbiamente di pellicola minore, nata già stagionata nell’opulenta filmografia dell’autore.

Voto:
voto: 3/5

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