Un
professore di matematica, appena dimesso da una clinica psichiatrica, si
rivolge a un regista per proporgli il soggetto di un film sul diavolo, che
assume il dominio del mondo e dispone di lasciare tutto com’è. Il regista è, a
sua volta, consigliato da un amico giornalista, Thomas, che gli offre una
storia sulla vita di una prostituta, Birgitte, da lui conosciuta realmente
durante un’intervista. A questo punto le vicende del film nel film iniziano a
confondersi con la vita di Thomas e del regista, con una serie di eventi ora
tragici ora surreali. Dopodiché il regista declina l’offerta del professore,
adducendo la motivazione che egli, non credente, non intende piegarsi né al
diavolo né alla sua antitesi (la
Chiesa). Il sesto lungometraggio di Bergman è il suo primo
vero film importante, anche se più ambizioso che riuscito, nel quale compaiono
molti dei temi ricorrenti delle sue opere successive: il mondo assimilato a un
“inferno” (nel quale il male domina e Dio è assente), la fragilità dell’amore
(visto comunque come possibile salvezza), i dubbi metafisici che opprimono
l’uomo costretto nella “prigione” dell’esistenza, il tutto inserito in una
complicata vicenda su un film da girare, su un regista tormentato, su una
prostituta che dovrebbe costituire il soggetto del film nel film e che, alla
fine, si uccide. Influenzato pesantemente da Strindberg, da Sartre e
dall’esistenzialismo, il film è una sorta di mappa delle ossessioni del giovane
Bergman, che però non possiede ancora la capacità di controllo su un materiale
così complesso e aggrovigliato. Straordinaria la scena, da tipico idillio bergmaniano,
in cui Thomas e Birgitte trovano rifugio e conforto in una isolata pensione,
dove scorgono un vecchio proiettore grazie al quale potranno vedere un film
muto in bianco e nero. Il posto diventa così un luogo onirico dell’anima in
cui, tra spettacolo e apparizioni, i due sembrano ritrovare la dimensione
magica dell’infanzia e trascorrere dei momenti di reale serenità. Il film
arrivò in Italia solo sul finire degli anni ’50, dopo che l’autore divenne
famoso grazie ai suoi capolavori.
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