Durante
una giornata estiva di caldo torrido, sulla Bedford-Stuyvesant di Brooklyn, tutto
sembra svolgersi normalmente nel quartiere popolare, a maggioranza “nera”, che
mescola etnie diverse. Il centro nevralgico è la pizzeria italiana di Sal e dei
suoi figli Pino e Vito, mentre il cuore pulsante è una stazione radio che
trasmette black music “cazzuta” di
aspra protesta sociale. Un banale litigio scatena, al calare della notte, un
violento tumulto a sfondo razzista, riaccendendo vecchi rancori razziali che sembravano
da tempo dimenticati. Veemente film di denuncia sociale e feroce atto d’accusa
contro le discriminazioni razziali, realizzato da Spike Lee con lucido senso
drammaturgico, solida maturità espressiva, sottile analisi sociologica di quel
grande pentolone etnico chiamato America, eccellente compattezza narrativa e,
soprattutto, una limpida requisitoria antirazzista che non fa una piega nella
sua coerenza e che non indulge mai nella retorica o nel populismo dozzinale. La
brutalità dei modi (necessaria alla presentazione di un quadro antropologico veristico)
non intacca il rigore della disamina, né inficia l’evidente vicinanza emotiva
dell’autore verso i suoi personaggi o l’indignazione nei confronti delle
ingiustizie. A prescindere dal colore della pelle. E’ un film importante,
necessario, forte e “bollente”, efficace fotografia del calderone razziale nord
americano. Alla sua uscita fu un vero pugno allo stomaco e suscitò un mare di
polemiche (strumentali) per il suo acido accento critico verso il capitalismo,
i mass media e gran parte della società americana, al punto che molti lo
accusarono di incitamento ai disordini violenti nei confronti della comunità
afroamericana e di dividere ulteriormente i bianchi dai neri. Nonostante le
tante accuse piovute sul regista, il film fu molto apprezzato in Europa dove
ricevette larghi consensi per il suo impeto polemico, per la sua energia
critica e per il suo verace realismo. Piaccia o meno è uno dei manifesti più
sinceri e autorevoli del cinema di strada di Spike Lee. La canzone tormentone
della pellicola, “Fight the Power”
dei Public Enemy, riscosse un notevole successo e lo stesso Lee ne diresse il
videoclip dopo aver finito le riprese del film. Grande prova d’insieme del cast
che annovera Danny Aiello (candidato all'Oscar come miglior attore non
protagonista), Ossie Davis, John Turturro, Richard Edson, Spike Lee, Giancarlo
Esposito, Bill Nunn e Samuel L. Jackson.
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