Chris,
giovane afroamericano, si reca con la sua ragazza bianca, la bella Rose, a
conoscere i genitori di lei, che vivono in una splendida tenuta isolata tra i
boschi. Inizialmente preoccupato del fatto che i genitori di Rose fossero
all’oscuro del colore della sua pelle, Chris avrà ben altri problemi
nell’affrontare un ambiente cortese ma ambiguo, che sotto una facciata di buone
maniere sembra celare un’oscura minaccia incombente, a cominciare dal personale
di servizio, composto unicamente da persone di colore, che sembrano
costantemente inebetiti e assenti. Quando ai familiari di Rose si unirà una
folta schiera di stravaganti amici di famiglia, il senso di disagio di Chris aumenterà costantemente e il giovane
inizierà a provare una chiara sensazione di pericolo, pur non capendone
razionalmente il motivo. Thriller orrorifico a basso budget scritto e diretto
dal newyorkese Jordan Peele, grande successo di critica e pubblico negli Stati
Uniti dove è stato frettolosamente acclamato come l’horror del 2017, capace di
instillare nuova linfa in un genere ormai più che inflazionato. I suoi elementi
di maggior interesse (che sono innegabili) risiedono nella briosa commistione
tra orrore e satira sociale, con incursioni nella commedia farsesca intrisa di
umorismo nero, in cui il tema centrale è, ovviamente, il razzismo, tema
onnipresente e peccato originale della società americana che, pur votando Obama
e sbandierando liberismo, sotto sotto rimane impregnata di antica discriminazione
razziale. Senza svelare null’altro della trama, perché sarebbe increscioso,
possiamo dire che la pellicola, senza prendersi mai troppo sul serio, strizza
l’occhio a una miriade di suggestioni cinematografiche, da Indovina chi viene a cena a La
fabbrica delle mogli, passando anche per i film sugli appartamenti
minacciosi di Roman Polanski. Va anche detto che, dopo una prima parte
indubbiamente coinvolgente, nel momento in cui il gioco viene svelato la trama
si sfilaccia vistosamente, per poi scadere inesorabilmente in un banalissimo
finale. Nel cast spiccano Daniel Kaluuya e Allison Williams, mentre una
menzione speciale la merita il folgorante prologo con l’indovinato commento
musicale di “Run Rabbit Run”. Non
sarà certamente un horror memorabile, e probabilmente neanche il migliore del
2017, ma qualcosa da salvare c’è, a patto di mantenere aspettative non troppo
alte.
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