martedì 23 maggio 2017

Scappa - Get Out (Get Out, 2017) di Jordan Peele

Chris, giovane afroamericano, si reca con la sua ragazza bianca, la bella Rose, a conoscere i genitori di lei, che vivono in una splendida tenuta isolata tra i boschi. Inizialmente preoccupato del fatto che i genitori di Rose fossero all’oscuro del colore della sua pelle, Chris avrà ben altri problemi nell’affrontare un ambiente cortese ma ambiguo, che sotto una facciata di buone maniere sembra celare un’oscura minaccia incombente, a cominciare dal personale di servizio, composto unicamente da persone di colore, che sembrano costantemente inebetiti e assenti. Quando ai familiari di Rose si unirà una folta schiera di stravaganti amici di famiglia, il senso di disagio di  Chris aumenterà costantemente e il giovane inizierà a provare una chiara sensazione di pericolo, pur non capendone razionalmente il motivo. Thriller orrorifico a basso budget scritto e diretto dal newyorkese Jordan Peele, grande successo di critica e pubblico negli Stati Uniti dove è stato frettolosamente acclamato come l’horror del 2017, capace di instillare nuova linfa in un genere ormai più che inflazionato. I suoi elementi di maggior interesse (che sono innegabili) risiedono nella briosa commistione tra orrore e satira sociale, con incursioni nella commedia farsesca intrisa di umorismo nero, in cui il tema centrale è, ovviamente, il razzismo, tema onnipresente e peccato originale della società americana che, pur votando Obama e sbandierando liberismo, sotto sotto rimane impregnata di antica discriminazione razziale. Senza svelare null’altro della trama, perché sarebbe increscioso, possiamo dire che la pellicola, senza prendersi mai troppo sul serio, strizza l’occhio a una miriade di suggestioni cinematografiche, da Indovina chi viene a cena a La fabbrica delle mogli, passando anche per i film sugli appartamenti minacciosi di Roman Polanski. Va anche detto che, dopo una prima parte indubbiamente coinvolgente, nel momento in cui il gioco viene svelato la trama si sfilaccia vistosamente, per poi scadere inesorabilmente in un banalissimo finale. Nel cast spiccano Daniel Kaluuya e Allison Williams, mentre una menzione speciale la merita il folgorante prologo con l’indovinato commento musicale di “Run Rabbit Run”. Non sarà certamente un horror memorabile, e probabilmente neanche il migliore del 2017, ma qualcosa da salvare c’è, a patto di mantenere aspettative non troppo alte.

Voto:
voto: 3/5

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