Quattro
storie ambientate nella Roma contemporanea: un produttore discografico in
pensione atterra nella Città Eterna insieme a sua moglie per conoscere il
fidanzato della figlia, un avvocato italiano. Dovrà occuparsi, suo malgrado, della
carriera artistica del bizzarro consuocero, talentuoso cantante d’opera capace
di esprimersi soltanto sotto la doccia. Un signor nessuno si ritrova,
inspiegabilmente, assediato dai media che lo esasperano e lo seguono ovunque.
Quando tornerà nel solito anonimato sentirà la mancanza della breve notorietà.
Un giovane studente di architettura fa di tutto per non innamorarsi della
migliore amica della sua ragazza, appena giunta a Roma dell’America. Un maturo
architetto newyorkese, venuto a Roma per ricordare i bei giorni andati della
sua gioventù in Italia, si adopera per consigliare il ragazzo a prendere la
decisione giusta, ma il richiamo della carne è troppo forte, anche se poi la
tresca si rivelerà un fallimento. Un uomo arriva a Roma dai parenti per far
conoscere la sua bella moglie, ma, per una serie di equivoci, al posto di lei
ci sarà una prostituta tutto fuoco conosciuta per puro caso. Maldestra e
grossolana commedia di Woody Allen sul “belpaese”, interamente ambientata nella
nostra capitale dove venne girato nell’estate del 2011. Dispiace molto dirlo ma
proprio questa trasferta italiana del grande regista newyorkese fa segnare il
punto più basso e imbarazzante della sua lunga carriera cinematografica. Un
film non solo brutto ma decisamente sciatto, banale, di una superficialità
irritante che sfiora il ridicolo involontario, stracolmo di clichè folcloristici che raffigurano un’Italia
da cartolina o da macchietta, all’insegna dei più biechi stereotipi. Un’Italia
che suona Modugno e che canta sotto la doccia, un’Italia chiassosa, verace, ingenua
e tamarra, tutta sole, pizza, arte, spaghetti, amore e mandolini. Una cosa che,
francamente, non si può più tollerare negli anni 2000. E’ probabilmente questo
il modo in cui ci vedono gli americani, ma fa doppiamente male che ciò avvenga
in un film di Woody Allen, autore colto e di profonda intelligenza che si è
sempre dichiarato filo-europeo. Importante (e totalmente sprecato) il cast con Woody
Allen (per la prima volta doppiato da Leo Gullotta dopo la scomparsa del
compianto Oreste Lionello, sua voce italiana storica), Roberto Benigni,
Penélope Cruz, Alec Baldwin, Judy Davis, Jesse Eisenberg, Ellen Page, Ornella
Muti, Antonio Albanese, Gianmarco Tognazzi e Riccardo Scamarcio. Totalmente
indifendibile, caotico e confuso sia nella sceneggiatura che nella messa in
scena, è una inopinata catastrofe (cinematografica, ovviamente) da dimenticare
al più presto, anche se lo “sgarro” sarà duro da digerire per i tanti fans di
Allen del “belpaese”. Il presunto tentativo di fusione tra la commedia nostrana
e quella alleniana ha dato vita ad un
obbrobrio sconcertante sul quale è meglio voltare pagina. Che la calda estate
romana abbia fatto male alla testa del nostro Woody ?
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