La
giovane ballerina Vicky Page è combattuta tra l’amore per il compositore Julian
Craster e quello per la danza, dove la nostra eccelle grazie alla guida esperta
del direttore Boris Lermontov che stravede per le sue qualità. Lermontov
sottopone Vicky ad un duro allenamento e ad una ferrea disciplina, facendola
diventare una stella di prima grandezza come protagonista del balletto “Scarpette rosse”, tratto da una favola
di Andersen. Per amore di Craster Vicky si lascia convincere di abbandonare il
suo maestro e il ballo, ma poi si pente amaramente e, identificandosi
totalmente con il suo personaggio, si arrende alla sua ultima danza. Splendido
melodramma fiammeggiante della coppia Powell e Pressburger, emozionante,
raffinato, a tratti poetico, romanticamente sognante ma mai ingenuo,
intimamente feroce, visivamente ricchissimo e denso di inventiva nell’utilizzo
espressivo dei colori o nei movimenti di macchina avvolgenti che inducono una
dimensione da fiaba onirica. E’ il film più famoso e di maggior successo dei
due autori, un cult adorato da intere
generazioni di spettatori, cinefili e registi e che viene unanimemente
considerato come il miglior film sul mondo del balletto della Storia del
Cinema. Sperimentale e vertiginoso, anticonvenzionale e commovente, un po’
incanto e un po’ incubo, appassionò e sconvolse il pubblico per la potenza
crudele del suo messaggio: l’arte può condurre alla morte se vissuta con
totalizzante intensità emotiva. Abilissimo nel miscelare i toni della narrativa
popolare con un suggestivo uso del fantastico, che trova il suo tripudio nelle splendide
sequenze di ballo surreali in cui arte e vita si confondono vicendevolmente, sa
porre, quasi profeticamente, questioni ancora attualissime come il contrasto
tra amore e carriera. Vinse due Oscar (scenografia e colonna sonora) e si
avvale di un cast (Moira Shearer, Anton Walbrook e Marius Goring) in cui ogni
pedina è collocata al posto giusto. E’ un capolavoro senza tempo che non ha
perso un grammo della sua forza espressiva, capace di incantare e di inquietare
oggi come allora.
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