martedì 16 maggio 2017

Melinda e Melinda (Melinda and Melinda, 2004) di Woody Allen

Durante una cena tra amici, due scrittori di vedute opposte discutono in merito alla questione se la vita sia più commedia o più tragedia. Partendo da questo spunto i due decidono di raccontare la storia del personaggio di Melinda in due versioni differenti. Nella prima versione (drammatica), Melinda tenta il suicidio dopo che il marito l’ha lasciata e le ha negato il diritto a vedere i suoi figli a causa di un suo tradimento. Dopo alcuni giorni trascorsi da una sua amica, la donna incontra il pianista Ellis con cui nasce una relazione. Ma, dopo alcuni mesi, Melinda scopre che Ellis la tradisce con la sua amica e cade nuovamente in preda alla depressione suicida. Nella seconda versione (comica), Melinda diventa amica dei suoi vicini di casa, Hobie e Susan, e, durante una cena, tutti sembrano prodigarsi a trovare l’uomo ideale per lei. Melinda ha una relazione con un pianista ma alla fine scopre di essere innamorata di Hobie, che ha lasciato la moglie dopo averla beccata a letto con un altro. Tra i due nascerà l’amore. Commedia bifronte di Woody Allen, che riflette sulla coesistenza tra commedia e dramma, tema per nulla nuovo nella carriera del regista, ma stavolta declinato in modo così schematico da sfiorare l’oratoria didascalica. Il centro nevralgico della storia è la bionda Melinda (interpretata dall’attrice australiana Radha Mitchell), giovane donna con problemi sentimentali che “vive” due vite in parallelo, una secondo il registro tragico e una secondo quello comico, senza rinunciare a reciproche interconnessioni. Perché la vita (reale o inventata che sia) è, ovviamente, fatta di entrambe le cose e, quindi, a volte la commedia contamina il dramma mentre, altre volte, avviene il viceversa. Un’altra chiave di lettura potrebbe essere che la vita non è né comica né tragica, ma tutto dipende dal punto di vista dell’osservatore. Gli spunti di riflessione non mancano, le trovate intelligenti sono numerose e anche l’umorismo abbonda in diverse sequenze, ma l’impressione che emerge è quella di un’opera trita e fiacca, una timida appendice di cose già viste e già dette (meglio) in passato. Insomma ci troviamo di fronte ad un film un po’ anonimo, che sa più di esercizio di stile e di divertissement autoriale, che di reale ispirazione creativa. Allen non si smentisce mai e continua a sfornare un film all’anno con risultati altalenanti, in qualche modo bisognerà pur farsene una ragione. Buono il cast con Radha Mitchell, Will Ferrell, Chloë Sevigny, Chiwetel Ejiofor, Amanda Peet, Josh Brolin e Steve Carell.

Voto:
voto: 2,5/5

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