Gabe
e Judy sono una coppia apparentemente tranquilla, solida e felice. Un giorno
ricevono la visita dei cari amici Jack e Sally, altra coppia storicamente inossidabile,
i quali, a sopresa, gli rivelano che hanno deciso di separarsi consensualmente e
senza fare drammi. Gabe e Judy cadono nello sconforto e la loro vita
sentimentale cambia profondamente, come se la notizia inattesa gli avesse drasticamente
aperto gli occhi. Da quel momento lui viene irretito da una sua allieva
diciottenne tutto erotismo e cervello, mentre lei è tentata da una tresca con
un intellettuale britannico. Intanto Jack e Sally, che in realtà di drammi ne
hanno fatti parecchi, dopo numerose scappatelle clandestine decidono di tornare
insieme, senza immaginare ciò che hanno inconsapevolmente avviato. Spudorata e
frenetica commedia corale di Allen, con tanti personaggi (ben 42!), di cui
sette principali, e un festival nevrotico di coppie che scoppiano, litigano, si
tradiscono o magari si ricompongono per indolente vigliaccheria. Sotto la lente
al vetriolo del regista newyorkese c’è la coppia e i suoi delicati equilibri
interni, in questo caso privata del contesto familiare e di una collocazione
sociale, ma vista come entità astratta da mettere sulla graticola. Non tutto
funziona a dovere in un film disomogeneo, amaro e spesso nevrotico, con
dialoghi serrati e momenti caotici che inducono un confuso straniamento (forse
voluto?) nello spettatore. Lo stile documentaristico e le riprese con camera a
mano del nostro Carlo Di Palma (per stare al passo con il vorticoso ping pong
di discorsi), danno a volte il sentore di una maldestra sciatteria nella messa
in scena. La sensazione generale è che il lavoro di scrittura sia stato,
stavolta, meno brillante e rigoroso che in passato. Anche i personaggi sono ritratti
in modo altalenante, con quelli femminili nettamente più caratterizzati e
interessanti dei corrispettivi maschili. Notevole il cast con Woody Allen, Mia
Farrow, Juliette Lewis, Blythe Danner, Judy Davis, Liam Neeson e Sydney Pollack.
Questo è stato l’ultimo film di Mia Farrow con Woody Allen, che subito dopo
furono travolti dal clamoroso scandalo sessuale (la relazione di lui con la
giovane figlia adottiva di lei, Soon-Yi Previn), che portò alla burrascosa fine
della loro relazione amorosa e, anche, del lungo sodalizio professionale (dieci
anni e tredici film insieme). E’ un’opera caotica, ripetitiva e monocorde, che contiene
tutte cose che Allen ha già detto (e decisamente meglio) in passato.
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