Henry
Scarlett è un imbroglione che ha perso la moglie e, dopo aver rubato dei soldi
al suo datore di lavoro, fugge dalla Francia verso l’Inghilterra portando con
sé sua figlia Sylvia, travestita da ragazzo per sviare i controlli della
polizia che li bracca. Il travestimento ha successo e prosegue anche in
Inghilterra dove i due, unitisi ad un’altra coppia di furfanti, si fingeranno
attori di strada per compiere truffe a danno dei più sciocchi. Le cose si
complicano quando Sylvia si innamora di un giovane pittore che però è già
fidanzato e la crede un ragazzo, ignorando il suo travestimento. Giocosa
commedia sentimentale di Cukor (alla sua terza collaborazione con Katharine
Hepburn, che poi diverrà la sua “musa” prediletta, ed alla prima con Cary
Grant), è un film gradevole e brillante costruito sul tema dell’ambiguità (in
termini di sesso, identità e sentimenti) e con parecchi elementi di spiccata
modernità (a cominciare dalla varietà di ambientazioni) che, probabilmente, lo
resero ostico al pubblico decretandone il fallimento al botteghino. La
strisciante malizia di fondo, velatamente palpabile in molte scene, è un ardito
valore aggiunto che non fu, evidentemente, colto dagli spettatori dell’epoca. Cukor
conferma il suo estro splendente nel tratteggiare straordinari ritratti
femminili, ben più complessi e sfumati di ciò che potrebbe apparire ad una
lettura superficiale. Nel buon cast è straordinaria la Hepburn en travesti che dà libero sfogo a tutta
la sua classe ed al suo talento. E’ un piccolo e stravagante cult da recuperare.
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