Tre
inseparabili amici surfisti (Matt Johnson, Jack Barlowe e Leroy Smith) danno
libero sfogo alla loro incontrollabile energia giovanile sulle spiagge della
California degli anni ‘60, nell’attesa perenne della “grande onda” con cui
confrontarsi, sfidare la morte e dimostrare il loro valore. Intanto il tempo
passa, le vicende della vita sembrano dividerli ma, puntualmente, le grandi
mareggiate li riuniscono, facendoli ritrovare tutti e tre sulla stessa spiaggia,
con la tavola sotto braccio, pronti a sfidare nuovamente la furia dell’oceano.
La vicenda scorre attraverso quattro diverse stagioni temporali (estate ’62,
autunno ’65, inverno ’68 e primavera ’74) che si sovrappongono a quattro famose
mareggiate e ad altrettanti terremoti politici a fare da sfondo (gli omicidi
dei due Kennedy, il Vietnam, il Watergate). Memorabile dramma sportivo sotto
forma di grande affresco epico generazionale, struggente e malinconico, come
accorata celebrazione dell’amicizia virile, della nostalgia del tempo perduto e
dei sogni infranti di una generazione americana che ha sacrificato la sua innocenza
sull’altare del malaffare politico. Esaltanti e spettacolari le sequenze
acquatiche, eseguite da veri surfisti di Malibù, e girate con spericolata
energia tra la California
meridionale e le isole Hawaii. Poco conosciuto nel nostro paese, è uno dei film
più belli e importanti dell’anno 1978, capace di miscelare abilmente la mistica
eroica del gesto sportivo estremo con l’amaro disincanto (autobiografico) di
una classe profondamente disillusa di cui lo stesso regista (che nei suoi anni
giovanili fu anche un buon praticante di surf) fa parte. Efficace il cast con Jan-Michael
Vincent, William Katt e Gary Busey nei panni dei tre amici protagonisti. E’ un
inno alla vita, ai valori dell’amicizia e dello sport, girato con furiosa
tensione emotiva e senza un briciolo di retorica (tenuta coerentemente a freno
anche nei momenti più nostalgici). Il tempo gli ha restituito il credito che
meritava, dopo il passaggio in sordina alla sua uscita, e oggi viene unanimemente
considerato come un cult del cinema
sportivo e del genere buddy movie.
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