Lenny,
giornalista sportivo di mezza età, si lascia convincere dalla moglie Amanda,
irrequieta gallerista, ad adottare un bambino. Così nella vita della coppia
arriva il piccolo Max, abbandonato dalla madre appena nato, che si rivela
subito sveglio e notevolmente intelligente. Dopo aver scoperto la relazione di
Amanda con un collega, Lenny si mette alla ricerca della vera madre di Max e,
con uno stratagemma, riesce a rintracciarla. Il nostro incontra così la
“bollente” Linda, autentico uragano di erotismo e vitalità che di mestiere fa
la pornodiva e, occasionalmente, la squillo. Tra i due nasce una strana
amicizia, con Lenny che non le svela la verità su Max e intanto cerca di
redimerla facendole cambiar vita, attraverso la relazione con un giovane pugile
un po’ tonto. Ma la cosa non funziona e la procace ragazza sembra innamorata di
Lenny, irretita dalla sua gentilezza d’altri tempi. Mirabolante commedia alleniana, divertentissima, esilarante,
a tratti davvero irresistibile per il perfetto incastro delle situazioni comiche
e per la frizzante energia spudorata dei dialoghi. Chi ha criticato il film
descrivendolo come l’ennesimo tentativo un po’ patetico di esibire la passione
di un “vecchio” erotomane per giovani “ninfette” avvenenti, ha un evidente
conflittualità preconcetta con il regista e ne ha colpevolmente ignorato la
vivace dimensione ludica, indubbiamente non priva dei consueti ammiccamenti
autobiografici su cui Allen ha sempre fatto intelligente autoironia, la potente
vis umoristica e la geniale ricchezza
inventiva. Ricchezza che si esplica nello stratagemma “retorico” del coro greco
antico, trasferito per l’occasione dall’Ellade a Manhattan, che commenta gli
eventi della vicenda e cerca di interferire con essa, facendo da contrappunto
alle decisioni cruciali dei personaggi. Il coro, spiritoso e impudente come il
film stesso, sembra quasi sostituire idealmente il lettino dello psicoanalista
(tipico elemento alleniano), oltre a
fornire all’opera un sottotesto “colto” che però poi si trasforma, in uno
straniante ribaltone, in un colorato balletto di Broadway. Non mancano le
consuete riflessioni sul destino, regolato dal caso, e sul suo assoluto potere
sulle vicende umane. Anche i dialoghi a sfondo sessuale sono molto più
espliciti e pepati rispetto ai precedenti film dell’autore. Nel cast, tra Woody
Allen, Helena Bonham Carter, Peter Weller, F. Murray Abraham e Olympia Dukakis,
brilla Mira Sorvino, conturbante mix di sensualità e tenerezza, premiata con
l’Oscar come miglior attrice non protagonista.
La frase:
- "Non era assolutamente necessario, sei un amore, ma davvero non dovevi."
- "Bèh, non hai voluto un pompino, così ho pensato di prenderti una cravatta."
- "Ottima soluzione! E, oh, è proprio una cravatta, già!"
- "Te la metti una cosa così vistosa ?"
- "Oh, se l’occasione lo esige, certo. Se magari mi invitano a un martedì grasso…"
La frase:
- "Non era assolutamente necessario, sei un amore, ma davvero non dovevi."
- "Bèh, non hai voluto un pompino, così ho pensato di prenderti una cravatta."
- "Ottima soluzione! E, oh, è proprio una cravatta, già!"
- "Te la metti una cosa così vistosa ?"
- "Oh, se l’occasione lo esige, certo. Se magari mi invitano a un martedì grasso…"
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