Alfie
e Helena sono una coppia matura e ormai sfiorita che scoppia quando lui
abbandona il tetto coniugale per la giovane e procace Charmaine, nel patetico
tentativo di riesumare i vecchi pruriti giovanili. Ferita nell’orgoglio Helena
si affida ad una veggente ciarlatana che ne peggiora la situazione. La loro
figlia Sally, sposata con Roy, scrittore fallito, è stanca delle
insoddisfazioni del consorte e cerca consolazione in una relazione con il suo
datore di lavoro, il tenebroso Greg, proprietario di una galleria d’arte.
Intanto Roy non si fa scrupoli a sottrarre un brillante manoscritto, opera di
un suo amico che crede morto, pur di sfondare nel mondo letterario, e riesce
così a farsi pubblicare per la prima volta. Ritrovata la fiducia in sé stesso
si separa dalla moglie e inizia una storia con la giovane e bella Dia, che
perde la testa per lui e decide di mandare all’aria il suo imminente
matrimonio. Intanto Alfie, dopo aver scoperto gli innumerevoli tradimenti della
piccante Charmaine, pretende il test del DNA per riconoscere il figlio che la
donna dice di portare nel grembo. Due coppie e sette personaggi per il ritorno
a Londra (il quarto dal 2005) di Woody Allen, in questa commedia drammatica
profondamente delusa e disillusa che segna anche il ritorno all’insensato caos
delle disavventure sentimentali. Pessimista impenitente e misantropo
pragmatico, l’autore tratteggia i suoi personaggi come figure meschine, tristi
e fragili, in balia di passioni, nevrosi, desideri, frustrazioni, colpi di
testa e miserie morali, in una escalation
di insensatezza collettiva senza possibilità di redenzione. Il quadro d’insieme
è tanto lucido quanto amaro, la comicità è praticamente assente, a malapena
sostituita da un’ironia impietosa che affonda implacabile la lama del coltello
nel degrado morale, culturale e ideologico della società capitalistica
occidentale. Sfavillante il cast con Josh Brolin, Antonio Banderas, Anthony
Hopkins, Gemma Jones, Freida Pinto, Lucy Punch e Naomi Watts, tutti bravissimi
ma con una menzione speciale per il primo. La Pinto è talmente bella che,
letteralmente, inonda lo schermo di luce ogni volta che appare. E’ inutile
ribadire come Allen continui a farci sempre il medesimo discorso ormai da più
di 30 anni, ma il modo (e la coerenza) con cui lo fa non possono che lasciarci
ammirati e farci amare sempre di più il suo cinema sapido e perentorio. E
allora … lunga vita a Woody!
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