Il
giovane marinaio Ismaele, inesperto e timoroso, si imbarca sulla baleniera Pequod.
Il capitano della nave è il vecchio fanatico Achab che è ossessionato dalla
ricerca di una inafferrabile balena bianca, Moby Dick, che molti anni prima gli
ha strappato una gamba. Achab promette una moneta d’oro a chiunque avvisterà
per primo il cetaceo e, in breve, trasmette a tutto l’equipaggio la sua
ossessione, instillando inquietudine in tutti i suoi uomini. Quando i marinai
del Pequod si troveranno di fronte il leggendario “mostro” marino capiranno di
dover fronteggiare un avversario feroce e insuperabile, che sembra
l’incarnazione stessa del diavolo emerso dagli abissi marini. Potente trasposizione
di Huston del celebre capolavoro letterario di Herman Melville (adattato ben nove
volte per il cinema o per la televisione), sotto forma di grande epopea avventurosa
marinaresca con risvolti teologico filosofici in merito alla rivolta dell’uomo
contro Dio, ma anche grande metafora psicologico esistenziale sull’alterigia
umana nella lotta contro i propri demoni interiori. La riduzione in immagini
del testo letterario di Melville fa perdere, in parte, la tesa densità
concettuale della prosa, ma fa guadagnare in potenza visionaria attraverso
sequenze memorabili di possente impatto figurativo. Il risultato è un film
solido e compatto, sostenuto da un potente respiro epico, da un austero senso
tragico, dalla bella fotografia spettrale di Oswald Morris e da stupefacenti
effetti speciali artigianali che rendono possibile l’impossibile (la maggior
parte delle scene con la balena furono girate in una vasca artificiale usando
dei modelli parziali del cetaceo, visto che la ricostruzione a grandezza
naturale, lunga 23 metri,
non funzionava bene). Nel grande cast svettano Gregory Peck (che tratteggia un Achab
fosco e tormentato) e Orson Welles, che si mangia il film in una breve
apparizione di dieci minuti.
Al loro fianco citiamo Richard Basehart, Leo Genn,
James Robertson Justice, Harry Andrews e Friedrich von Ledebur. Gregory Peck e John Huston ebbero forti
contrasti quando l’attore venne a sapere che non era lui la prima scelta del
regista nel ruolo di Achab, ma che la sua presenza nel cast fu imposta dalla
produzione. Leggenda vuole che il dissidio fu insanabile e i due non si
parlarono mai più. Steven Spielberg è stato notevolmente influenzato dal
romanzo di Melville e da questo film per la realizzazione di Jaws, in un’intervista ha anche
dichiarato che avrebbe voluto girare una scena in cui il personaggio di Quint
guarda per televisione il Moby Dick di
Huston, ma poi l’idea fu accantonata.
La frase: "Dal cuore dell'Inferno, io ti trafiggo! In nome dell'odio, sputo il mio ultimo respiro su di te, o maledetta bestia!"
La frase: "Dal cuore dell'Inferno, io ti trafiggo! In nome dell'odio, sputo il mio ultimo respiro su di te, o maledetta bestia!"
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