Il 27 giugno 1980 un aereo civile DC-9 Itavia IH_870, decollato da Bologna e diretto a Palermo Punta Raisi, sparisce dai radar all'altezza della costa tirrenica di fronte a Roma Ciampino e precipita nel mare di Ustica con 81 persone a bordo. Tutti morti. Rocco Ferrante, giornalista del Corriere della Sera, riceve una soffiata da un suo conoscente della torre di controllo di Ciampino, che parla di abbattimento. Ferrante inizia a indagare per far luce su una delle vicende più tragiche, oscure e vergognose della storia italiana e scoperchia il vaso di Pandora dell'ipocrisia, del depistaggio, dello scarica barile e della menzogna istituzionale. Tutti coprono tutti e, ancora oggi, la verità (e soprattutto i colpevoli) non sono mai stati svelati. L'ultima sentenza della Cassazione del 2005 assolse i generali dell'aeronautica militare accusati dei fatti. Il muro di gomma a cui allude il titolo è quello dell'omertà da parte dei poteri militari e politici, che fa rimbalzare e tornare indietro ogni ipotesi di accusa, facendo ostruzionismo, coprendosi l'un l'altro ed occultando la realtà. Nel 2007 Francesco Cossiga è tornato a parlare del caso, di fatto riaprendolo, parlando di un missile lanciato da un aereo militare francese che avrebbe colpito per sbaglio il DC-9, che si trovò sfortunatamente in mezzo ad una autentica battaglia nei cieli che si combatté quel pomeriggio tra l'aviazione libica di Gheddafi e quella interforze, italo-americana-francese. Tra scandali, reticenze e contraffazione dei fatti, il mistero continua. Questo dramma di denuncia di Marco Risi è ispirato alle reali inchieste del giornalista Andrea Purgatori, che si è occupato del caso Ustica per molti anni e che ha scritto la sceneggiatura del film insieme alla collaudata coppia Rulli e Petraglia. E' un film indignato che solleva molti dubbi ma ovviamente non ha la pretesa di trovare risposte. E' principalmente interessato a mostrare i perversi meccanismi del potere, che è sempre solidale con sè stesso, che protegge i propri sodali e il cui interesse principale è quello di preservare la sua condizione di eterna casta impunita, che agisce al di sopra della legge. Fortemente antimilitarista e talvolta troppo esagitato nei toni polemici, perdendo la lucidità dell'analisi, ha il merito indubbio di mantenere i riflettori accesi su una torbida vicenda che esige di non finire in oblio, perchè la giustizia non sia soltanto un concetto utopistico da sbandierare nei bei discorsi pubblici.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento