venerdì 25 agosto 2017

Ad ovest di Paperino (Ad ovest di Paperino, 1982) di Alessandro Benvenuti

Tre giovani toscani si incontrano più volte in giro per le strade di Firenze durante una giornata qualunque. Sandro lavora in una radio privata e si diverte a prendere in giro il prossimo, Marta fa la pittrice ed ha un pessimo rapporto con i vicini di casa, Francesco è un disoccupato che vuole iscriversi all'ufficio di collocamento. Nell'attesa di un "nuovo giorno" che possa portare un cambiamento alla loro vita indolente, Marta intrattiene gli altri due con racconti fantastici sui piccioni che possono trasformarsi in principi azzurri. Mentre Francesco è incredulo, lo strambo Sandro si offre di aiutarla a trovare il suo principe-piccione. Esordio registico di Alessandro Benvenuti con questa commedia surreale e strampalata che racconta, tra dialoghi stranianti e situazioni nonsense, il disagio giovanile degli anni '80, tra alienazione sociale, illusioni ingenue, frustrazioni interiori e incapacità congenita di trovare un proprio ruolo nel quotidiano. I personaggi, teneri, bizzarri e improbabili, sono maschere grottesche alla ricerca di un centro di gravità esistenziale e le loro paradossali elucubrazioni sono la metafora di un grave malessere generazionale, che affronta con leggerezza tematiche scottanti come la droga, la disoccupazione, l'incomunicabilità, il castrante retaggio religioso e l'esuberanza ribelle. Alla fine non tutto quadra e il film, indubbiamente originale nella sua critica semiseria all'insegna di una fresca spontaneità garantita dal dialetto toscano, tende a sfilacciarsi nel finale prolisso che dimostra come il talento dell'autore sia ancora acerbo. I tre protagonisti (Alessandro Benvenuti, Athina Cenci e Francesco Nuti), all'epoca noti come il trio comico pratese dei "Giancattivi", portano sullo schermo buona parte del loro repertorio da cabaret, con risultati altalenanti tra una prima parte molto interessante ed una seconda più cervellotica. In ogni caso diverse sequenze sono pezzi di ottima comicità e il tentativo di realizzare un tipo di commedia impegnata in tono alternativo e burlone è sicuramente da lodare e da incoraggiare. Come è noto il trio si scioglierà di lì a poco (si racconta di insanabili screzi tra Nuti e Benvenuti sorti proprio sul set di questo film) e ciascuno prenderà la sua strada per intraprendere una carriera da "solista" con alterne fortune. Francesco Nuti risulterà alla fine il più famoso ed otterrà un grande successo di pubblico come attore e regista per tutti gli anni '80, salvo poi sparire in una involuzione autolesionista che culminerà con gravi problemi personali e di salute.

Voto:
voto: 3/5

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