sabato 5 agosto 2017

Il senso di Smilla per la neve (Smilla's Sense of Snow, 1997) di Bille August

Smilla Jasperson, giovane ragazza eschimese nata in Groenlandia e poi trasferitasi a Copenaghen per lavoro, si trova coinvolta in un caso di cronaca quando il suo amico Isaiah, un bimbo di sei anni figlio di una vedova alcolizzata, viene trovato morto nella neve a faccia in giù per un'apparente caduta dal tetto. La polizia liquida il caso come incidente domestico ma Smilla, grande esperta di ambienti ghiacciati, osservando le tracce lasciate dal piccolo sulla neve capisce che qualcosa non quadra. Inizia allora a indagare per conto suo e scopre che la madre della vittima percepisce una pensione incredibilmente alta da una potente società in cui lavorava suo marito, che ha perso la vita in un misterioso incidente durante una missione di esplorazione tra i ghiacciai della Groenlandia. Smilla si convince che le due morti sono collegate e che un oscuro segreto si cela dietro l'intera vicenda. Thriller nevoso tratto dall'omonimo romanzo del danese Peter Høeg e diretto da Bille August  senza lampi registici, ma mettendosi al servizio dell'ottimo cast di attori. La prima parte è molto riuscita, sia per le maestose bellezze dei paesaggi naturali sia per come viene reso il recupero psicologico della propria identità ancestrale (legata alla fiera cultura di un popolo nobile e antico che ha sempre vissuto in simbiosi con le forze selvagge della natura), attraverso cui Smilla riscopre il "senso" del titolo che le permette di vedere ciò che agli altri è negato. Poi tutto degrada in un banale fanta-thriller con incursioni nel fumetto in cui la tensione langue e la combattività della protagonista (che è l'anima del romanzo) si perde in un groviglio confuso di complotti e di poteri occulti. Gli attori sono tutti molto bravi: Julia Ormond, Richard Harris, Gabriel Byrne, Jim Broadbent, Vanessa Redgrave e Tom Wilkinson. E' un film fiacco e convenzionale, ben interpretato e affascinante per le ambientazioni.

Voto:
voto: 2,5/5

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