Daniele Dominici, professore liceale di lettere in supplenza a Rimini, è un uomo colto e sensibile più attratto dai divertimenti che dalla sua professione. Dall'indole indifferente e annoiata, Daniele convive con Monica senza grossi entusiasmi e trascorre le serate tra alcool e gioco d'azzardo. Ma tutto sembra cambiare quando il nostro si innamora di una sua allieva, la bella Vanina, che gli si concede anche se già legata al ricco e rissoso Gerardo. Quando Daniele scopre che la ragazza è infedele a entrambi rimane titubante sul suo progetto di fuga con lei, anche perchè Monica, che ha scoperto tutto, minaccia di suicidarsi. Melodramma struggente e crepuscolare di Valerio Zurlini, ambientato in una straniante Rimini invernale e pervaso fin dalla prima sequenza da una malinconica atmosfera di morte, la cui solenne austerità tende a posizioni assolute, come un decadente monumento all'autodistruzione esistenziale. E' un film nichilista ed autunnale, all'insegna di un'umana precarietà in balia di un amaro disincanto, i cui personaggi sembrano insabbiati, raggelati, interdetti, ciascuno mestamente diretto verso il proprio capolinea. L'ambientazione è felliniana ma i temi sono viscontiani e Zurlini vi aggiunge la sua propensione all'analisi psicologica giovanile ed il suo geometrico gusto figurativo, che tende a stabilire una distinzione netta tra la descrizione impietosa della miserabile sentina di provincia (con tutte le sue ipocrisie e i suoi vizi nascosti) e la tendenza ad uno spiritualismo poetico che emerge a tratti dai discorsi colti tra i protagonisti. Non tutto risulta equilibrato, specialmente nella seconda metà dell'opera in cui accumuli, ridondanze ed enfatizzazioni tendono a prendere il sopravvento, ma c'è anche tanto da elogiare in un film sottovalutato e sottostimato che merita ampiamente il recupero. Nel grande cast che annovera Alain Delon, Giancarlo Giannini, Sonia Petrova, Lea Massari, Alida Valli, Renato Salvatori e Adalberto Maria Merli, spiccano Delon e Giannini, con il primo che ci offre una delle migliori interpretazioni della sua carriera. Il divo transalpino, che fu anche produttore del film, decise di accorciare la versione francese (intitolata Le Professeur) di ben 27 minuti, dando vita ad una pellicola completamente diversa. La leggenda narra di un rapporto professionale molto difficile tra Zurlini e Delon, che pure ha sempre dichiarato di avere profondamente amato il personaggio di Daniele Dominici, indimenticabile nella sua dolente caratterizzazione con l'inseparabile cappotto cammello.
La frase:
- "Perché la morte è la prima notte di quiete ?"
- "Perché finalmente si dorme senza sogni."
La frase:
- "Perché la morte è la prima notte di quiete ?"
- "Perché finalmente si dorme senza sogni."
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