martedì 1 agosto 2017

Domenica maledetta domenica (Sunday Bloody Sunday, 1971) di John Schlesinger

Bob Elkin è un giovane scultore pieno di talento e di fascino con orientamento bisessuale. Egli ha una relazione amorosa con Alex Greville, una borghese divorziata ma realizzata nel suo lavoro di consulente, e con Daniel Hirsh, un medico ebreo di mezza età e di grande cultura. Sia Alex sia Daniel sanno dell'esistenza dell'altro e soffrono in silenzio, accontentandosi di una condivisione sentimentale piuttosto che una perdita, che sarebbe insopportabile per entrambi. Nel proprio cuore ciascuno dei due spera che, un giorno, Bob faccia la sua scelta amorosa in suo favore. Ma quando il giovane decide improvvisamente di partire per New York, per dedicarsi alla sua carriera artistica in modo più proficuo, i due amanti restano appesi ad un filo, turbati ed incerti sul futuro della loro storia d'amore. Splendido melodramma, elegante e "scandaloso", di Schlesinger sul tema del triangolo amoroso, in cui uno dei vertici è una relazione omosessuale. E' stato uno dei primi film in assoluto a trattare il tema dell'amore gay in maniera così liberamente audace e, per questo, causò imbarazzo e indignazione nella morale bacchettona di inizio anni '70. Asciutto nello stile, malinconico nelle atmosfere, puntiglioso nella ricostruzione sociale e rigoroso nell'introspezione psicologica dei tre personaggi principali, è un sobrio trattato sui grandi misteri del cuore umano, sulla forza dell'amore che sfida i tabù reconditi e gli ostracismi della morale, inevitabilmente influenzata dal costume dei tempi, ma è anche una pungente riflessione sulla profonda differenza tra gioventù e maturità, con conseguente difficoltà di coesistenza. Il sacro fuoco della giovinezza arde troppo forte e muta troppo in fretta per potersi tranquillamente accordare al mite e sereno tepore dell'età adulta. Raffinato, intimista, coraggioso e anticonformista, è una delle opere più mature e riuscite di Schlesinger, una diafana elegia dell'amore-sopra-ogni-cosa sospesa tra la luce abbagliante dell'incoscienza giovanile e l'ombra tetra della solitudine (e della morte). Fu generalmente snobbato dalla critica e dal pubblico per il suo tema scottante e per la sua sottile sensibilità, probabilmente troppo avanti rispetto ai tempi. Straordinaria la capacità della pellicola di restituire, ancora oggi, il clima dei tempi, a cominciare dalle atmosfere di esuberante edonismo della "Swinging London".  Bravissimi i tre interpreti principali: Murray Head, Glenda Jackson e Peter Finch. Da segnalare l'esordio cinematografico di Daniel Day-Lewis nel piccolo ruolo di un teppistello.

Voto:
voto: 4,5/5

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