Axel Foley è un poliziotto di colore di Detroit, tanto abile e solerte quanto indisciplinato e ciarliero. Dopo l'omicidio del suo amico Mikey, appena uscito di prigione, il nostro inizia a indagare per conto suo, nonostante l'assoluto divieto del suo capo, e, fingendosi in ferie, inizia a seguire una pista investigativa che lo conduce al sole della California, nel lussuoso quartiere di Beverly Hills a Los Angeles. Con l'aiuto di due sbirri locali, il giovane e ingenuo Billy Rosewood ed il burbero e cinico John Taggart, Foley riesce a scatenare un autentico putiferio, portando alla luce un grosso traffico di droga e arrivando al responsabile della morte del suo amico. Dinamica e divertente commedia d'azione poliziesca interamente costruita sulla verve istrionica del suo esuberante protagonista, un Eddie Murphy all'apice della sua simpatia canagliesca e sboccata. Tra cialtroneria comica, inseguimenti spettacolari, catastrofismo demenziale, sparatorie rocambolesche, momenti grossolani e situazioni irrealistiche, il film procede onestamente verso il prevedibile finale tra sequenze esilaranti e cadute di stile. Ebbe un enorme successo di pubblico e il personaggio di Axel Foley (a metà strada tra un Arlecchino nero e il ben più triviale Nico Giraldi di Tomas Milian) entrò immediatamente nel cuore della gente, grazie ai suoi modi coloriti e alla sua celebre risata burlesca, facendo di Eddie Murphy un divo. Ovviamente il produttore Jerry Bruckheimer pensò bene di mungere la vacca fino in fondo, realizzando due seguiti, nel 1987 e nel 1994, sempre basati sulla medesima formula ma ancora più insulsi del primo. Per la cronaca il famigerato terzo capitolo, diretto da un fuoriclasse della commedia come John Landis, fu un tale fiasco che lo stesso Murphy ne prese pubblicamente le distanze diversi anni dopo.
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