sabato 26 agosto 2017

Caos calmo (Caos calmo, 2008) di Antonello Grimaldi

Pietro Paladini, dirigente di una rete televisiva, perde la moglie improvvisamente in un giorno d'estate, proprio mentre lui sta salvando una donna sconosciuta dall'annegamento in mare. Rimasto solo con la figlia di dieci anni, a cui un giorno promette di aspettarla sulla panchina davanti all'uscita della scuola elementare da lei frequentata, l'uomo cade in uno stato di auto isolamento interiore (il "caos calmo" del titolo), mettendo la sua vita in stand-by nell'attesa che il dolore si manifesti e lo travolga. Così la panchina davanti alla scuola diventa il suo nuovo "ufficio" dove trascorre le mattinate e dove incontra colleghi, amici, conoscenti e svariata umanità di passaggio. Tratto dal romanzo omonimo di Sandro Veronesi, questo lucido dramma laico e introspettivo sull'elaborazione di un lutto è il miglior film del sardo Antonello Grimaldi, in cui mette più del proverbiale zampino il grande Nanni Moretti, magnifico protagonista e cosceneggiatore insieme a Laura Paolucci e Francesco Piccolo. Costruita sul punto di vista del protagonista, la pellicola è ricca di sottili dettagli psicologici, approfondisce egregiamente diversi personaggi e nel suo incedere per sottrazione di emozioni preferisce suggerire anziché mostrare, oscillando tra seriosità, umorismo, tenerezza e riflessione. Forse il momento più stonato rispetto al senso e al clima dell'opera è proprio la famosa scena bollente di sesso tra Nanni Moretti e Isabella Ferrari, di cui si è fatto un gran parlare (a sproposito) dando voce ai soliti tromboni moralisti del nostro paese. Ottimo il cast che ai due attori già citati accompagna Valeria Golino, Alessandro Gassmann, Silvio Orlando, Alba Rohrwacher, Hippolyte Girardot e il regista Roman Polański in un gustoso cameo. La ripetizione ciclica di un simbolico rituale quotidiano diventa la metafora arguta dell'attesa della sofferenza, che funga da epifania spirituale tramite cui sentire di essere ancora vivi, nonostante tutto. E' questa la chiave di lettura più intima del film di Grimaldi, assecondato da un Moretti in stato di grazia recitativa.

Voto:
voto: 3,5/5

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