martedì 1 agosto 2017

The Impossible (Lo imposible, 2012) di J.A. Bayona

Ispirato a una storia vera. A Natale del 2004 la famiglia Bennett, britannici residenti in Giappone, composta da Henry, Maria e tre figli maschi, sono in vacanza in un esclusivo resort su una delle splendide spiagge della Thailandia. Il terribile sisma di magnitudo 9,3 che colpì l'Indonesia il giorno di Santo Stefano scatenò gigantesche onde di tsunami che si propagarono per tutto l'Oceano Indiano, seminando morte e distruzione improvvisa e causando un numero di vittime confermate superiore a 230.000 (ma si ritiene che siano molte di più). Il resort dove alloggiano i Bennett viene colpito in pieno dalla serie di onde anomale che spazzano via ogni cosa e dividono la famiglia in due: Maria resta insieme al figlio maggiore, miracolosamente aggrappati ad un tronco d'albero cercando di resistere alla furia del mare, mentre Henry e i due figli minori sembrano dispersi. Quando l'oceano finalmente si ritira, lasciando un apocalittico scenario di devastazione, Maria, seriamente ferita alla gamba e all'addome, cerca di raggiungere un centro di soccorso insieme al figlio, sperando di ritrovare vivi il resto della famiglia. Dramma familiare (e insieme film catastrofico) diviso idealmente in due parti: la prima è di potente impatto spettacolare e di alta forza tragica grazie agli ottimi effetti speciali, capaci di ricostruire con impressionante realismo lo tsunami del 2004. Tutta questa lunga sequenza iniziale lascia a bocca aperta e col fiato sospeso e vale, già da sola, il prezzo del biglietto. Bayona dimostra di saperci fare con i movimenti di macchina, le inquadrature dall'alto e quelle (convulse e angoscianti) che ci offrono il drammatico punto di vista di Maria che, travolta dalle onde, rotola sott'acqua nella semioscurità, sbattendo ovunque. Nella seconda parte il film diventa un canonico melodramma sentimentale di sopravvivenza in condizioni estreme, in cui non mancano la patina formale, la retorica sdolcinata e i momenti strappalacrime, ma che riesce a rendere con efficace crudezza il caos e lo smarrimento di un paese passato in un attimo dal paradiso all'inferno. Nel cast svetta una intensa e grintosa Naomi Watts (candidata all'Oscar come miglior attrice protagonista), mentre Ewan McGregor appare generalmente scialbo. Insomma ci troviamo di fronte a un prodotto tecnicamente indiscutibile ma ben più superficiale sul piano dei contenuti narrativi, alla ricerca dell'emozione dozzinale per il grande pubblico.

Voto:
voto: 3/5

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