lunedì 21 agosto 2017

Il bell'Antonio (Il bell'Antonio, 1960) di Mauro Bolognini

Antonio Magnano, giovane siciliano di bell'aspetto e dalla fama di seduttore incallito, ritorna dopo diversi anni da Roma alla nativa Catania per sposare Barbara, bella, illibata e di buona famiglia. Ma dopo un anno scoppia lo scandalo per la notizia che il matrimonio non è mai stato consumato a causa dell'impotenza di lui. E mentre la famiglia Magnano viene travolta dal disonore, lo scaltro padre della ragazza coglie subito al volo l'occasione per organizzare un matrimonio più prestigioso, chiedendo l'annullamento alla Sacra Rota e spingendo Barbara tra le braccia di un ricco conte che stravede per lei. Dal pungente romanzo omonimo di Vitaliano Brancati del 1949, Bolognini ha tratto un dramma lirico e dolente, che baratta la satira mordace del testo letterario con una più intima malinconia crepuscolare. L'azione spostata dagli anni '30 agli anni '50 fa perdere ogni senso alla critica politica di Brancati nei confronti del regime fascista, ma, non di meno, il regista, pur nelle pieghe di un lucido affresco di costume, non risparmia raffinati graffi caustici alla ristrettezza di vedute, ai beceri pregiudizi ed all'arretratezza sociale della Sicilia del tempo. Dal punto di vista tecnico figurativo il film è stupefacente: impaginato in un sontuoso bianco e nero, affascinante nelle ambientazioni sospese tra l'ambiguo e il conturbante ed impreziosito da magistrali trovate visive che spesso ricorrono alla profondità di campo. La tensione irridente della derisione sarcastica viene degnamente sostituita da una mesta ed amarissima parabola sui tabù e gli stereotipi di un modello sociale maschilista e intollerante, senza però perdere nell'efficacia della denuncia. Forte di una squadra di attori eccellente che annovera Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Ugo Torrente, Tomas Milian e Pierre Brasseur (forse l'unica scelta di casting non proprio felice), è il migliore e il più importante tra i film del regista pistoiese, che merita assolutamente il recupero da parte di coloro che, incautamente, se lo fossero lasciato sfuggire.

Voto:
voto: 4/5

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