Paolo, maturo professore universitario in servizio a Firenze, viene abbandonato senza spiegazioni dalla bella Sena, sua
ex-allieva molto più giovane di lui, con cui ha vissuto un'appassionata storia d'amore. Dopo averla rivista fugacemente a Parigi insieme a un altro uomo, il nostro si ammala nel fisico e nell'anima, incapace di accettare la fine della relazione. Ma all'improvviso Sena ritorna tra le sue braccia e i giorni della grande passione sembrano non essere mai passati. Paolo guarisce e quasi ringiovanisce per aver finalmente ritrovato la sua donna. Ma in realtà Sena è tornata con uno scopo ben preciso: spiegargli i veri motivi del suo traumatico abbandono. Patetico melodramma sensuale tratto dal romanzo omonimo di Giorgio Saviane e diretto con patinata ruffianeria da Enrico Maria Salerno, tanto valente come attore quanto greve come regista, che con questo film mette, fortunatamente, la parola fine alla sua breve carriera dietro la macchina da presa. La programmatica ricerca di un effettismo spudorato e fasullo peggiora il tono di un'opera intrisa di melassa sentimentale, ideologicamente discutibile, malinconica con petulanza e alla costante ricerca di una commozione strappalacrime così sfacciata che finisce per ottenere l'effetto contrario: strappare ironici sorrisi di scherno. Le musiche enfatiche fino allo sfinimento, le ambientazioni da cartolina, la recitazione farraginosa e i dialoghi imbarazzanti completano il disastro annunciato. Il carisma di Tony Musante e il fascino malizioso di Ornella Muti riuscirono ad attirare un discreto numero di spettatori in sala, ma non possono bastare a risollevare le sorti di questo indifendibile strazio erotico romantico.
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