mercoledì 16 agosto 2017

La guerra lampo dei fratelli Marx (Duck Soup, 1933) di Leo McCarey

Dopo la morte del suo presidente, lo stato libero di Freedonia è in preda ad una grave crisi economica. Grazie all'appoggio della ricca e influente signora Teasdale, viene eletto come nuovo leader politico l'incompetente pasticcione Rufus Firefly che, attraverso una serie di leggi stravaganti, fa precipitare il paese in una situazione a metà strada tra anarchia e dittatura. Lo stato confinante di Sylvania invia due bizzarre spie, Chicolini e Pinky, per spiare le mosse di Rufus e questi, dal basso della sua inettitudine, li accoglie tra i suoi più stretti collaboratori. Di lì a poco Rufus, non sapendo che altre azioni intraprendere, scatena una guerra senza senso contro la Sylvania e riesce anche a vincerla per una serie di fortunate coincidenze. Il quinto film che vede all'opera la scatenata banda dei fratelli Marx (in questo caso Groucho, Harpo, Chico e Zeppo), celebre quintetto di attori comici americani che spopolarono negli anni '30 e '40, è la loro opera cinematografica più famosa e riuscita, nonché un indubbio capolavoro farsesco antimilitarista che mette alla berlina, con acida buffoneria satirica, i giochi sporchi dell'alta politica, la retorica del patriottismo e le ciniche logiche belliche che sacrificano milioni di innocenti per gli interessi del potere. E' un'opera feroce, caustica, ironica ed esilarante nei suoi travolgenti 70 minuti di durata, in cui si alternano gag irresistibili, battute folgoranti, scene corali di grande classe che strizzano l'occhio al musical, situazioni grottesche e sequenze che sono entrate di diritto nell'antologia del cinema comico (come quelle dello specchio o dello scambio dei cappelli), sequenze poi sistematicamente imitate o omaggiate da numerosi cineasti (come il nostro Benigni) negli anni a venire. Per la sua veemente carica dissacrante e corrosiva il film fu un fiasco assoluto alla sua uscita: incompreso dalla maggior parte dei critici (perchè la sua tagliente portata critica era troppo avanti per i tempi) e addirittura bandito in paesi come Italia e Germania che non gradirono le evidenti graffianti allusioni alle politiche assolutistiche del nazifascismo. Al di là della verve umoristico demenziale degli impetuosi fratelli Marx, un grosso merito va dato al regista Leo McCarey, intellettuale colto e raffinato nonché assoluto fuoriclasse della commedia americana (tra i suoi tanti meriti artistici va ad esempio ricordata la "creazione" della leggendaria coppia formata da Stanlio e Ollio). Rivalutato unanimemente dopo gli anni '60, la pellicola viene collocata tra i grandi capolavori capaci di dissacrare la guerra utilizzando le armi dell'ironia e della satira. Il titolo originale, che tradotto letteralmente significa "zuppa d'anatra" è uno dei tanti adorabili nonsense del film. Quando fu chiesto il suo reale significato a Groucho Marx egli rispose in questo modo: "il titolo non significa nulla ma se prendete due tacchini, un'oca, quattro cavoli, ma non un'anatra, e li mescolate insieme, dopo un assaggio, mangerete zuppa d'anatra per il resto della vostra vita". Più paradossale di così ...

Voto:
voto: 5/5

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