In Inghilterra un terribile virus simile a quello della rabbia si trasmette da alcune scimmie, sottoposte ad esperimenti in un laboratorio, a degli animalisti che cercano di liberarle. In breve scoppia una terribile epidemia incontrollabile: i "rabbiosi" diventano degli esseri feroci dagli occhi iniettati di sangue che trasmettono il contagio mordendo il prossimo. 28 giorni dopo Jim, un uomo vittima di un incidente, si risveglia dal coma in ospedale e si ritrova in una Londra deserta, abbandonata da tutti a causa del morbo di cui lui non era a conoscenza. Insieme ad un gruppo di superstiti cerca di raggiungere Manchester dove un gruppo di persone ancora sane si sono barricate in una specie di fortino protetto dai militari, per resistere all'assalto delle orde fameliche dei "rabbiosi". Inquietante horror apocalittico di Danny Boyle, diretto con ritmo frenetico e carico di suspense tagliente, atmosfere cupe, sequenze truculente, respiro avventuroso, momenti riflessivi e alleggerimenti ironici. E' probabilmente il miglior film del regista, che quando si tiene alla larga da Hollywood dimostra di possedere un crudo spirito artigianale ed un grande senso dinamico del cinema, viscerale, potente e senza fronzoli. Girato a basso costo, con una solida sceneggiatura di Alex Garland ed una valida squadra di attori (Cillian Murphy, Naomie Harris, Megan Burns, Brendan Gleeson, Christopher Eccleston, Noah Huntley), alterna con efficacia scene spaventose, violenza efferata, azione adrenalinica, critica antimilitarista, suggestioni distopiche (memorabile la Londra deserta della parte iniziale) e riferimenti colti che pescano a piene mani da cinema e letteratura (Matheson, Wyndham, Romero), riadattandoli ad un concetto stilistico di visione possente e nichilista. Ha avuto anche un sequel, meno riuscito e più convenzionale: 28 settimane dopo (28 Weeks Later, 2007) di Juan Carlos Fresnadillo.
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