Richard, giovane turista americano in vacanza a Bangkok alla ricerca di avventure esotiche, conosce uno strano tipo che gli racconta di un'isola segreta, bellissima e incontaminata, una sorta di paradiso terrestre di cui pochissimi sono a conoscenza. L'uomo, che sembra provare una istintiva simpatia per il ragazzo, gli fa dono di una mappa per trovare il luogo. Affascinato dal racconto Richard scopre che l'isola esiste davvero e la raggiunge a nuoto insieme a due turisti francesi. Entusiasti per aver trovato un Eden segreto, i tre giovani scopriranno presto che sull'isola vive una comunità di hippies, guidati dalla misteriosa Sal, apparentemente ospitali ed emancipati. Ma non c'è rosa senza spine. Il quarto lungometraggio dell'inglese Danny Boyle, tratto dal romanzo "L'ultima spiaggia" di Alex Garland, è uno strampalato pastrocchio di suggestioni, riferimenti e citazioni diverse, un po' troppe per risultare coese e declinate con eccessiva banalità per essere prese sul serio. Si passa disinvoltamente dal turismo esotico da cartolina alla spiritualità New Age, dall'ecologismo petulante al pacifismo, con revival nostalgici di filosofia hippie, dalle utopie misticheggianti alla cultura pop, dai nuovi media tecnologici al moralismo più becero, senza dimenticare le ovvie relazioni letterarie (che emergono nella seconda parte) con "Il signore delle mosche" di William Golding e "Cuore di Tenebra" di Joseph Conrad. Al netto di immagini bellissime, location mozzafiato e la solita regia dinamica e "nervosa" di Boyle, l'operazione presta il fianco alle critiche, svelando la sua sfacciata natura commerciale a partire dalla scelta del protagonista: il nuovo divo hollywoodiano Leonardo DiCaprio, idolo delle teenager, appena reduce dall'oceanico successo mondiale di Titanic (1997) di James Cameron. Tilda Swinton, attrice di grande talento solitamente impegnata nel cinema d'autore di un certo spessore, appare smarrita e posticcia, quasi un corpo estraneo rispetto al film. Il reparto tecnico però è di prim'ordine con la fotografia di Darius Khondji e le musiche di Angelo Badalamenti.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento