Duecento anni dopo gli eventi accaduti in Alien³ (1992), Ripley viene clonata da un gruppo di scienziati e di militari che, partendo da campioni del suo DNA, intendono riportarla "in vita" per estrarre la Regina aliena e far nascere una progenie di xenomorfi da utilizzare come armi. Dopo sette tentativi falliti la "resurrezione" riesce, ma il risultato andrà ben oltre quello che potevano immaginarsi. Quarto e ultimo capitolo della saga ufficiale di Alien, scritto da Joss Whedon e diretto dal francese Jean-Pierre Jeunet che, grazie al suo stile gotico surreale riesce a portare una fresca ventata di novità nella serie (esattamente come già fatto da David Fincher 5 anni prima), ma spingendosi probabilmente un po' troppo oltre rispetto ai gusti del pubblico medio, decretando la fine del franchise. Eppure anche questo episodio n.4 non è affatto un brutto film, anzi contiene diversi elementi interessanti, inquietanti ed allegorici che spingono la narrazione in una dimensione concettualmente più cupa e sottilmente ambigua, eliminando il classico cliché hollywoodiano dell'eroe positivo e limando audacemente il confine tra bene e male, con l'introduzione dell'ibrido genetico che fonde la razza umana con quella degli xenomorfi alieni. La maggioranza del pubblico non comprese, non accettò e non apprezzò, ma l'opera è stata generalmente rivalutata negli anni successivi, al punto che oggi sono in parecchi a considerarla l'elemento di nicchia, perturbante e cult della saga. Bisogna anche dire che l'insieme dei primi 4 film di Alien (usciti tra il 1979 e il 1997) riesce a mantenere un buon livello artistico medio e che ciascun episodio ha i suoi pregi e la sua originalità. Non si tratta, insomma, di un banale copia e incolla noioso e unicamente di natura commerciale, come invece avviene per la maggior parte delle saghe americane protratte fino allo sfinimento. I limiti maggiori di questo Alien: Resurrection sono a livello visivo: l'aspetto delle creature non riesce più ad inquietare, affiora un certo senso di stanchezza e di assuefazione. Ma la compensazione in positivo avviene grazie ai contenuti, alle atmosfere ed agli inserti fantastici che sono di sensibilità più europea che americana. Notevoli le due interpreti femminili: Sigourney Weaver (impeccabile anche nei panni dark della nuova Ripley) e Winona Ryder (che è sempre a suo agio quando si tratta di gotico). Ma fanno un'ottima figura anche Ron Perlman e Dominique Pinon (attori fedelissimi del regista).
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento